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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

Il colpo della strega

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Provare ci hanno provato. Tentar non nuoce, recita un antico e sempre valido motto. Tra l'altro, trattandosi di un parere, neppure si dovevano adeguare, se non fossero stati pienamente soddisfatti. Chi ha presentato alla Corte dei conti dell'Emilia-Romagna la richiesta di cui tra poco dirò, sapeva bene di raccontare un'eresia. Eppure, non ha esitato a mettere su carta il bizzarro e malizioso dubbio, sperando in una distrazione dei giudici. Il quesito pare uscito dalla Settimana Enigmistica (rubrica Vero o Falso). Un responsabile di servizio che sottoscrive contratti per conto del Comune (ad esempio quelli cimiteriali) può beneficiare dei diritti di segreteria (nella misura spettante al segretario dell'ente)? Ora, non mi pare che i magistrati avessero un ventaglio molto ampio di possibili risposte. La questione, sviscerata in tutte le sue sfaccettature nel corso del parere, si pone al di là dell'ovvio, poiché l'esclusiva competenza dei diritti in capo al segretar...

Regolamento di conti

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7 o 22. Sempre di mercoledì si tratta, ma in mezzo, oltre a due settimane esatte, ci sta tutta la differenza del mondo. Non che ai membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate, interessati al taglio previsto dalla Finanziaria 2007, possa far caldo o freddo se gli vengono concesse un paio di sedute in più oppure no. La decisione di rendere più striminziti i CdA (tre o cinque al massimo i membri effettivi, secondo l'ammontare del capitale sociale) fa parte della grande partita che si gioca sui costi della politica e chi siamo noi per contestare tali nobili intenti. Ma il termine entro il quale modificare i relativi statuti è ormai diventato oggetto di una tenzone da fare invidia ai tornei medievali. Tutto gira attorno alla natura di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (è con un provvedimento di questo tipo, infatti, che è stato definito il livello di capitale sociale oltre il quale i CdA possono avere cinque componenti): è o non è un regolamento? ...

Troppo rumore per nulla

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L'ho lasciato a bollire lentamente per un'intera settimana. Volevo capire se sarebbe evaporato, non lasciando tracce di sè, oppure se avrebbe resistito alla temperatura, sedimentando sul fondo della pentola i suoi detriti. Dopo sette giorni era ancora lì, praticamente intatto: bisognava cucinarlo a fuoco alto. Quell'articolo del Lenzuolo rosa meritava una replica, perché, checché ne dicesse il quotidiano, il quadro normativo è ben chiaro. Ma, sotto sotto, c'è un motivo inconfessabile. Il tema è un vero sempreverde, specie di questi tempi, all'inizio della stagione dei bilanci, quando le risorse sono sempre meno abbondanti davanti alle richieste di affamati assessori. In molti abbiamo approfittato negli anni della possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione (passatemi la vecchia dizione, ci sono affezionato) per finanziare una quota di spese correnti dedicate alla manutenzione ordinaria del patrimonio. Quando la percentuale era "solo" del 30%, nes...

Anni ruggenti

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Non so se ci avete fatto caso, ma quando si esprime, la Funzione pubblica lo fa come un elefante in cristalleria, usando tutte le accortezze possibili pur di non provocare disastri o, peggio, reazioni scomposte da parte del pubblico al quale si rivolge. Certo, un atteggiamento così guardingo (riscontrabile, se ne avete la pazienza, nell'intera produzione interpretativa del Dipartimento) partorisce documenti normalmente noiosi, la cui lettura si affronta mediamente con scarso piacere, consapevoli che, alla fine, avremo pure appreso qualcosa in più, ma senza fremiti o emozioni di contorno. Nonostante questa minore passionalità, però, credo non si possa proprio sottovalutare la capacità del Dipartimento di chiarire (al contrario di qualche altra vecchia conoscenza, molto meno accorta e dunque decisamente più pericolosa) la portata delle norme giuridiche di riferimento, senza urlare, pacatamente, ma con autorevole fermezza. L'ultimo esempio è quello della stabilizzazione dei precar...

Giro di vite

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Le abitudini, si sa, difficilmente si cambiano. Quando, per ragioni di forza maggiore, vi si è costretti, lo si fa sempre a malincuore, covando la segreta speranza che il corso degli eventi possa essere invertito e che ci sia dato modo di ritornare al passato. Non di meno, i saggi accettano il cambiamento, consapevoli che la tutela del bene superiore deve prevalere. C’è qualcuno, invece, che non è neppure sfiorato dal dubbio di essere obbligato a tornare sui suoi passi e che continua imperterrito a scavalcare i confini della propria competenza, noncurante delle conseguenze. Se stavate pensando al Dipartimento per le politiche fiscali, avevate ragione. Sul tema della soggettività passiva ICI nel caso di abitazione coniugale, il Ministero si era pronunciato qualche mese fa, con una risoluzione (la n. 4440 dello scorso 4 aprile), ampiamente controversa ma, come è recente suo costume, categorica nelle conclusioni. E anche un po’ eversiva. Si trattava, ricorderete, di stabilire se il coniug...

Chiacchiere e distintivo

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Capite bene che ciò che sto per raccontarvi deve rimanere riservato. Qui si vanno a toccare interessi e suscettibilità particolari, da prendere con le pinze. L'argomento è stato affrontato dal Ministero, ma non per questo non dobbiamo usare i guanti. Infatti, ci servono per non lasciare tracce: non si sa mai che ci stiano ascoltando. Nessuna detrazione ICI per gli agenti di polizia, a meno che, come nelle migliori detective story , non forniscano l'alibi che li scagiona. Questo hanno sentenziato dal Dipartimento delle politiche fiscali. Però, anche stavolta, si sono spiegati maluccio. La questione era stata posta dal diretto interessato in modo civile, senza pretendere alcunché. Insomma, tutta la santa settimana gli tocca risiedere in caserma, e mica per scelta: gliel'hanno imposto. L'agente si è adeguato alle disposizioni superiori e nell'unica casa di proprietà, che si trova (ma questo, come vedremo, è irrilevante) in un comune diverso da quello in cui si trova la...

Azione futurista

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Alla guerra come alla guerra, dicono i cugini d'oltralpe. E non hanno mica torto. Quando si tratta di menar fendenti per scacciare chi assale il fortino, nei ministeri non si tirano indietro. Non ultima, ma certamente non meno letale, Linda Lanzillotta che, incurante della marea montante dell'anti-politica, si propone come paladina delle province, specie che qualcuno vorrebbe in via di estinzione, ma che si ostina, quasi offendendo il darwinismo più ortodosso, a sopravvivere, eccome. Non ce l'ho con le province in quanto tali, ma, obiettivamente, schiacciate come sono nel sapido sandwich Regioni-Comuni, fanno la parte della sottiletta, che ci deve essere sempre, anche se nessuno ne sente il sapore. Voglio dire, quali sarebbero le competenze, attualmente rigorosamente provinciali, che non potrebbero essere delegate (in su o in giù) senza che ne risenta la qualità delle comunità amministrate? A me non ne viene in mente nessuna. Tanto più che quando si parla di decentramento,...

In tre è una folla

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Di associazioni che tutelano il buon nome dei revisori contabili se ne conta più d'una. Anche perché di enti da tenere sotto controllo ce n'è a bizzeffe. ANCREL e ANREV, a livello nazionale, si dividono le platee e, forse, gli iscritti. Il repertorio suonato a ogni cambio di stagione, però, è quasi sempre lo stesso. In questi mesi, poi, c'è da combattere la madre di tutte le battaglie: quella contro il revisore unico nei Comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti. Ricordate benissimo, lo so, la sottile perfidia con la quale la Finanziaria 2007 aveva sottratto a un discreto numero di professionisti l'appannaggio di quegli enti che fino ad allora erano verificati da un collegio trino. La norma fu oggetto di interpretazioni controverse (anche se, fortunatamente e sensatamente, per breve tempo). Il tiro alla fune si giocava tra coloro che ritenevano decaduti da subito i collegi in carica (in un ascesso di furia tagliateste) e i più freddi fautori del 'vivi e lascia scadere...

Essere o non essere

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I mesi che precedono l'approvazione di una Finanziaria sono, per la stampa specializzata, una vera manna. La messe di emendamenti che inonda le aule parlamentari offre materiale a non finire per i nostri fogli preferiti che si beano di questa abbondanza e sperano che fino a dicembre Camera e Senato si rimpallino il testo, infinitamente modificato. Resta così poco spazio per commentare e analizzare atti e provvedimenti vigenti sul serio. Ma, alle volte, non è davvero un male. Prendiamo ad esempio la recente risoluzione n. 274/E, sui rapporti tra IRAP e compensi agli amministratori. Ma davvero a qualcuno era sorto il dubbio che l'ente locale non dovesse calcolare e versare l'imposta per gettoni e indennità a favore di amministratori professionisti. Il polverone alzato dalla risoluzione nasce dal seguente interpello: " In particolare, dato che i comuni sugli importi determinati con decreto ministeriale sono tenuti al versamento dell'IRAP, che per i dipendenti è a ...

Lenti a contatto

Sullo Struzzo giallo di oggi, mi sembra di essere incappato in una svista di Anutel. Ci si riferisce alla già discussa assenza nel ddl Finanziaria 2008 di una proroga per la gestione della TARSU, in attesa dell'entrata in vigore del nuovo sistema. Nella breve nota a pagina 49, si smentisce che tale dilazione sia necessaria perché la stessa norma che istituisce il nuovo sistema di prelievo prevede che " continuano ad applicarsi le discipline regolamentari vigenti " sino all'emanazione del regolamento attuativo della nuova tariffa per la gestione dei rifiuti. Da ciò l'autore deduce che: " i regolamenti vigenti alla data di entrata in vigore del decreto ambientale (29/4/2006) continuano ad avere applicazione fino all'approvazione del regolamento per la disciplina della nuova tariffa (...) " . Sbaglio, o stiamo parlando di due regolamenti completamente diversi? Il Codice dell'Ambiente, infatti, per 'discipline regolamentari vigenti' non può ...

Sei mesi di solitudine

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Il tempo passa inesorabile. Anche più velocemente, quando si attende un provvedimento che i più avveduti hanno, in mesi non sospetti, definito fondativo. Eppure, nemmeno uno spiffero dalla stampa sempre attenta a segnalare i raffreddori dei sottosegretari. Segno che, non soltanto della nuova Commissione tecnica per la finanza pubblica non vi è traccia neppure nei resoconti stenografati delle consulte parlamentari, ma nemmeno c'è l'idea su cosa debba essere e, soprattutto, se debba davvero nascere. La delusione ha più il sapore della disillusione, perché scopo dichiarato di quel nuovo organismo era l'attuazione di un pacchetto sostanzioso di iniziative. Ne ricordiamo, a memoria, qualcuna: accelerare l'armonizzazione e il coordinamento della finanza pubblica (tradotto: dare ai bilanci degli enti pubblici una veste uniforme), migliorare la trasparenza dei dati conoscitivi della finanza pubblica (appunto), armonizzare i criteri di classificazione dei bilanci della P.A., ela...

Febbre alta

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Tira un’aria pesantissima dalle parti del settore informatico del Comune di Milano. Dopo che la procura della Repubblica è entrata con veemenza nel beato mondo della protezione informatica del capoluogo, ci si comincia a chiedere se mai potrà nascere davvero un unico sistema che metta in condizione l’intera penisola di comunicare e trasmettere dati da una pubblica amministrazione all’altra. Pare infatti che un impegno di circa un milione di euro (all’anno) per l’acquisto di software antivirus per la tutela di centinaia di postazioni municipali, dopo essere stato regolarmente onorato dal fornitore, ma anche dal cliente, che ha pagato con puntualità le relative fatture, sia rimasto inutilizzato, nei cassetti di qualche funzionario indolente. Nessuno si è preoccupato di installare gli applicativi, tutti probabilmente ancora incellofanati. Sicché, al primo serio attacco di qualche hacker autoctono, si è prodotto il classico bailamme di dati cancellati oppure arbitrariamente modificati. St...

Arte contemporanea

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Quindici minuti di notorietà non si negano a nessuno. Specie se passano attraverso uno schermo televisivo. Se poi il diretto interessato ne ricava solo pubblicità negativa, poco male. Il vecchio adagio, infatti, recitava: “Purché se ne parli”. Oggi, sotto i ‘malevoli’ riflettori del giornalismo d’inchiesta, ultimo baluardo del controllo pubblico sulle prepotenze dei più furbi, sono finiti i prodotti finanziari derivati, nati dalla fantasia dei maghi di Wall Street con l’obiettivo preciso di alimentare l’industria dei prestiti a buon mercato, consentendo agli operatori di incassare prima (la differenza fra i tassi) e pagare, forse, il più tardi possibile il debito residuo. E insieme ad essi, troviamo sullo stesso banco degli imputati le autonomie locali che vi hanno fatto ricorso negli ultimi anni per rinegoziare un indebitamento troppo alto e troppo caro, sfruttando il temporaneo calo dei tassi di interesse, e spostando sempre più lontano la data di estinzione dei mutui. E’ inutile dir...

La parola ai giurati

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‘ E’ cassazione ’ si diceva una volta, a sottolineare un argomento definitivo, che non ammetteva repliche o dubbi. All’autorevolezza della magistratura (di qualsiasi giurisdizione si trattasse) si rendeva merito, introducendola addirittura nel vocabolario comune, e riaffermando un certo timore reverenziale che oggi, al contrario, fa meno presa, annacquato com’è da protagonismi da talk-show e dalle mille contraddizioni del sistema giudiziario. Ci si mette, poi, il potere subdolo delle categorie professionali a rendere ancora più arduo un eventuale ritorno in auge del carisma togato. Prendiamo, ad esempio, la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di un segretario comunale, al quale l’amministrazione aveva contestato l’assenza dal servizio, che riteneva corretto non dover certificare la propria presenza in ufficio tramite timbratura poiché, nei comuni di minori dimensioni, segretario equivale a dirigente e dunque esonero dall’uso del cartellino. Palazzo Spada...

Delitto perfetto

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Quando ci vuole, ci vuole. Lo Struzzo giallo ha risolto con abilità romanzesca un caso apparentemente impossibile: il mistero della tassa scomparsa. E i complimenti non sono ironici. D'altronde, il colpevole non è mai stato un mostro di destrezza e, in questo frangente ancor più palesemente, è scivolato sulla più classica delle bucce di banana. La sequenza logica è ben nota. La TARSU è sopravvissuta insieme alla TIA fino ad oggi, per effetto di innumerevoli proroghe che hanno salvato i comuni di minori dimensioni proprio alla vigilia dell'approvazione dei bilanci di previsione. L'anno scorso fu proprio la Finanziaria a chiudere la stagione dei rinvii, bloccando con discutibile ma irremovibile fermezza qualsiasi passaggio da tassa a tariffa per il 2007, ma lasciando immutata la tempistica del periodo transitorio, a quel punto destinato a chiudersi, per tutti, il 31 dicembre 2007. Questo vuoto, in realtà, era il frutto della convinzione che nel corso di quest'anno sarebbe...

Sotto il tetto che scotta

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So bene che a toccare certi tasti si può ferire la suscettibilità di parecchi. E però la tentazione di fare le pulci alle regole fissate dal Garante della privacy per l’accesso dei comuni alle banche dati fiscali è troppo forte. L’opportunità è, effettivamente, ghiotta: agli enti locali è consentito collaborare con l’Agenzia delle entrate per scovare possibili sacche di evasione tributaria, ottenendo in cambio una sostanziosa percentuale pari al 30% dei maggiori tributi riscossi dall’erario a titolo definitivo. Lasciamo per ora perdere quest’ultimo punto; nel senso che, facendo due rapidi conti sui tempi medi della riscossione, fra ricorsi, appelli e Cassazione, c’è il rischio che, prima di introitare quanto pattuito, il Comune, nel frattempo, abbia cambiato Sindaco. Solo Pangloss credeva di vivere nel migliore dei mondi possibili, dunque, facciamo un voto di fiducia e passiamo oltre. Siccome tutto nasce da un’iniziativa di legge ormai vecchia di un paio d’anni, era ora che le modalità...

Una scommessa perduta

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Già è risultata meno popolare della febbre gialla, se poi, quando la si vuole applicare, ci si mette pure il Ministero a bloccare qualsiasi iniziativa, siamo davvero al colmo. Avrete certamente compreso che il tema di oggi è l’imposta di scopo, misterioso oggetto tributario che solo una manciata di enti ha scelto coraggiosamente di introdurre nel proprio ordinamento. La temerarietà sta soprattutto nell’impegno a realizzare l’opera individuata in tempi ragionevoli, ben sapendo che, in caso contrario, i contribuenti faranno immediatamente la fila agli sportelli per chiedere la restituzione del surplus maldestramente inutilizzato. Ma i volontari che hanno deciso di sottoporsi al rischioso esperimento intendono andare fino in fondo. A questo proposito, infatti, un ente si è rivolto al Ministero chiedendo lumi sull’applicabilità del tributo per finanziare l’acquisto di un’area da adibire a verde al fine di (testuale): “ porre l’area medesima al servizio della città. ” Espressione vaga, ques...

Rapporto di minoranza

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Il doppio binario su cui corre da tempo la pubblicistica sugli enti locali si può descrivere così: da un lato coloro che auspicano rapidamente un’autonomia spinta, soprattutto in campo tributario, ritenendo fondamentale una gestione decentrata delle risorse per migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa. Dall’altro lato, invece, stanno coloro che, al solo sentir pronunciare il binomio ‘tasse locali’, alzano le barricate e chiedono a gran voce il loro azzeramento, in un sistema già colmo di balzelli. Curiosamente, questa differenza di metodo è spesso propugnata dalle stesse persone, in un balletto di idee schizofrenico, secondo l’umore del momento e, soprattutto, secondo il fine perseguito. Così, quando qualcuno osa introdurre nel ragionamento la questione del Catasto ai comuni, le contraddizioni emergono più forti che mai e la tensione si taglia con il coltello. Il trasferimento di funzioni così complesse come quelle catastali era nell’aria da molto tempo e, finalmente, il legi...

Hit parade

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L’abbiamo scampata per il rotto della cuffia. Ma è un sollievo temporaneo. Dalla prossima primavera, anche gli enti locali dovranno compilare e trasmettere per via telematica all’Agenzia delle Entrate l’elenco clienti e fornitori ai fini IVA. Si tratta, per quest’anno, di un indubbio favore, generato dall’interpretazione amichevole della normativa fornita dalla stessa Agenzia con la circolare n. 53/E dello scorso 3 ottobre. Testo nel quale si legge: “ Inoltre, lo spirito della norma e il suo intento ultimo consente di affermare che destinatari dell’esonero in disamina, per l’anno 2006, sono tutti gli esercenti attività economiche e professionali non obbligati alla tenuta della contabilità ordinaria ai fini delle imposte dirette (ossia, ad esempio, anche i produttori agricoli che non producono reddito d’impresa, ovvero gli enti non soggetti ad IRES, quali lo Stato, le regioni, le province, i comuni e gli altri organismi di diritto pubblico). ” Il richiamo allo spirito della norma e al s...

Lievito madre

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I primi giorni di una nuova Finanziaria hanno il sapore delle torte appena sfornate, caldissime e fragranti. Purtroppo, sono anche altrettanto indigeribili, pullulanti come sono di novità smentite nel giro di pochi giorni o di varianti approssimative, prima ancora di finire in Parlamento per la discussione. Quasi che il disegno di legge fosse davvero un progetto scritto con l'inchiostro simpatico, sul quale ognuno potrà esercitare il virtuosismo di cui è capace. Basta osservare la rapidità felina con la quale un'autorevole esponente governativa ha precisato che i comuni non subiranno alcuna conseguenza negativa dalla nuova detrazione ICI, perché gli acconti saranno erogati tempestivamente. Come se il punto centrale fosse il denaro sonante e non l'allontanarsi quasi irrimediabile di una prospettiva seria di autonomia tributaria locale. Il tema principe di quest'anno, poi, sembra essere il costo della politica. Non sarà sfuggito a nessuno che su questo terreno così scivol...

Pane e volpe

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Fa sorridere il caso della contribuente che ha proposto ricorso (vincendolo in Cassazione, dopo ben due sconfitte in primo e secondo grado) contro due cartelle esattoriali emesse dal concessionario a fronte di avvisi di accertamento ICI, a quanto sembra, mai notificati . Ma solleva a un tempo anche più di una preoccupazione. Non tanto perché la gentile signora ricorrente non abbia dalla sua abbondanti ragioni (in punto di diritto e di fatto), quanto perché riporta all’attenzione generale la qualità del servizio tributi dei comuni. Lungi dal prendere quest’ultima vicenda come campione rappresentativo di una realtà diffusa a livello nazionale, sarà in ogni caso l’ora di sottolineare che disattenzioni come quelle rilevate non possono essere considerate errori veniali . Bisogna però capirne innanzitutto le origini. Prendiamo in considerazione i Comuni meno strutturati, fissando idealmente la comoda soglia dei 5.000 abitanti, e dunque rivolgiamo l’attenzione a una percentuale che non scend...

Il tempo che fa

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Consiglio vivamente un salto all’indirizzo internet http://finanzalocale.interno.it/pub/rel_add_irpef_2006/relazione.html . Come si può già facilmente intuire, il Viminale vi ha reso pubblico il testo della relazione annuale al Parlamento sull’applicazione dell’Addizionale comunale all’IRPEF. L’anno di riferimento è il 2006. Il documento è interessante non tanto per la prima, istituzionale, trattazione che ripercorre lo stato della legislazione vigente in quell’anno (ultimo del blocco forzoso delle aliquote), spiega il meccanismo di attribuzione e fornisce i dati complessivi del gettito introitato dalle amministrazioni che l’hanno applicata. La vera rilevanza del rapporto parlamentare sta tutta nella sequenza articolata di grafici e tabelle che rielaborano statisticamente i dati comunicati al Ministero e che, in conclusione, disegnano la mappa del tributo secondo molteplici punti di vista. Ne esce un quadro del federalismo fiscale applicato al quale guardare ogni volta che salgono i ...

Allodole allo specchio

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Il labirinto nel quale si era cacciata la Ragioneria generale dello Stato adottando le ormai note circolari n. 28 del 6 agosto e n. 29 del 4 settembre sulla disciplina dei pagamenti sopra i diecimila euro introdotta dal nuovo art. 48-bis del D.P.R. n. 602/1973 era, ormai, più intricato di quello di Dedalo . La spasmodica attesa di un decreto attuativo che ponesse fine al preoccupante ping pong di interpretazioni giocato da tutte le parti in causa, è di fatto stata annullata dalla (diciamolo pure) provvidenziale entrata in vigore del D.L. n. 159/2007 (in Gazzetta del 2 ottobre) collegato alla manovra finanziaria. Ciò che resta dopo due mesi di colpi bassi , è il rinnovato testo dell’art. 48-bis che ora, ufficialmente, attende il decreto ministeriale per avere efficacia piena. Tra l’altro la RGS, in luogo di un meditato silenzio, utile a congelare una situazione rapidamente scivolata nel caos , aveva appena spinto la contesa un passo oltre, rendendo note pochi giorni fa alcune ulteriori ...

Meno di zero

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Ora che le carte sono finalmente sul tavolo, non c’è più spazio né tempo per barare e qualcuno dovrà ben prendersi la responsabilità di chiarire al più presto le modalità di gestione della nuovissima detrazione statale all’ICI. Sì perché, dal lato contribuente, pare tutto semplicissimo: si determina il valore catastale dell’immobile (in realtà, e più specificamente, il riferimento è alla base imponibile ICI individuata dall’art. 5, D.Lgs. n. 504/1992), si calcola la percentuale pari all’1,33 per mille del valore catastale e si ottiene l’importo massimo della detrazione , che, in ogni caso, non può superare i € 200. Per poterne usufruire, però, è necessario possedere un reddito non superiore a € 50.000,00. Quest’ultima è una novità introdotta nel testo del DDL nella notte fra venerdì e sabato scorsi, dopo che, probabilmente, qualche funzionario pignolo ha fatto rilevare che potevano beneficiare della nuova prebenda fior di nababbi , ma proprietari di case con valore catastale irrisorio...