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Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

L'uvamaro

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La solfa è uguale, anno dopo anno. Non cambia perché la disciplina generale è immutata da anni. Però, quando il legislatore ci comunica che i trasferimenti dell’erario per l’anno in corso sono determinati in base alla Finanziaria 2007 (che rimanda alla Finanziaria 2006 che rimanda alla Finanziaria 2005, ecc., in un delirio di scatole cinesi) ne sappiamo esattamente quanto prima. Cioè non possiamo stimare con sufficiente e valida approssimazione l’importo da iscrivere a bilancio. Non possiamo semplicemente perché, insieme alle leggi di bilancio statale, ci sono innumerevoli altri interventi normativi che minano il valore già aleatorio dell’anno prima e lasciano senza bussola gli operatori. Non fosse bastata la vicenda dei tagli per l’extragettito ICI previsto dal D.L. 262/2006 (sui quali torniamo subito), ci ritroviamo anche quelli che derivano dalla mannaia sui costi della politica. Tra Comunità montane che spariscono (forse) e beni strumentali che vanno razionalizzati, si dovrebbero r...

L'abrogazione

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Era iniziato tutto con una norma del Collegato fiscale. A ottobre, il D.L. 159/2007 aveva proposto agli enti locali lo stanziamento di una somma (non molto cospicua, a dire la verità) da distribuire lungo il triennio 2007-2009 per alleviare dagli oneri spesso esosi richiesti dagli istituti di credito (e dalla Cassa DD.PP. Spa, in modo particolare) per estinguere mutui e prestiti. Novanta milioni di euro ancora inservibili, poiché il decreto ministeriale con il quale gli enti dovrebbero certificare i costi sostenuti per l'estinzione delle passività, previsto entro il 30 ottobre 2007, è rimasto nel cassetto del Viminale che ancora non sappiamo se rimarrà chiuso fino a primavera oppure no. Sto pensando maliziosamente anche ai futuri decreti ex Finanziaria 2008, in particolare a quello sulla detrazione statale ICI, e non provo belle sensazioni. In ogni caso, si tratta di un commendevole tentativo di spingere gli enti locali a liberarsi virtuosamente dei propri debiti pluriennali, poic...

La fossa del leone

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Esistono forme di pentitismo che nessuno penserebbe di associare alla delinquenza meglio organizzata. Sono quelle che non si manifestano esplicitamente, con la contrizione di parole riparatorie, ma attraverso comportamenti di segno opposto, con l’obiettivo di rimediare ai danni prima procurati. In questo modo, purtroppo, sfugge ai più l’errore originale e pare che il pentito sia sempre stato virtuoso. Ciò che si legge a proposito del Patto di stabilità 2008 rientra in questa categoria dello spirito e, per giudicarne serenamente gli esiti, andrebbe almeno collocato nella sua corretta dimensione temporale. Se, da quest’anno, gli enti soggetti al vincolo di Maastricht sono tenuti a fare i conti con la competenza mista (o ibrida secondo un’altra, non indispensabile versione) nel calcolo del saldo rilevante, devono ringraziare innanzitutto chi, con forza evidentemente convincente, per prima la propose come soluzione: l’ANCI. Nella Conferenza Stato-Città che diede il via libera all’ormai not...

Nata libera

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Gli spiriti animali potranno liberare tutta la loro intensità, d’ora in poi, anche nel settore della riscossione delle entrate degli enti locali. Riscritto dalla Finanziaria 2008 ( Art. 1, cc. 224-225 ), l’art. 52, D.Lgs. n. 446/1997, sembrerebbe bloccare qualsiasi affidamento in house providing delle attività di accertamento tributario ed extratributario, introducendo un ampio criterio di libera concorrenza tra i soggetti interessati. La norma utilizza una formulazione particolare, che è bene approfondire prima di fare scelte avventate. Dice, infatti, il nuovo testo dell’Art. 52, comma 5, lett. b), che le attività in questione sono affidate a una di quattro tipologie di operatori (vedremo tra poco quali), “ nel rispetto della normativa dell’Unione europea e delle procedure vigenti in materia di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali ”, messi tutti sullo stesso piano, dunque. E poi elenca in successione i destinatari della disciplina. Innanzitutto, le società iscritte ...

Spazio 1999

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In previsione di un rapido scioglimento delle Camere, ancora non sappiamo quanti dei decreti ministeriali da emanare ex Finanziaria 2008 sono davvero a rischio di scomparire nell'oblio dei provvedimenti senza futuro. Ho la vaga impressione, però, che tra questi finiranno quelli richiesti dall' Art. 1, cc. 212-213 per mettere in cantiere una delle operazioni più ambiziose che si ricordino: la completa digitalizzazione dei rapporti di fatturazione verso la P.A. Possiamo per qualche riga far finta che non sia così, e che nessun intoppo bloccherà l'iniziativa. L'obiettivo, quindi, è decisamente alto: si prevede che, da un certo momento in poi (determinato, appunto, dal secondo dei decreti ora pendenti), " l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, e con gli enti pubblici nazionali, anche sotto forma di nota, conto, parcella e simili, deve essere ...

Castello di carte

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Era davvero improbabile che le prime interpretazioni ufficiali dell’ Art. 3, c. 76, L. 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008) potessero sovvertire il senso letterale di un testo stringato ma limpido. In quella norma si introduce una modifica salatissima all’ Art. 7, D.Lgs. n. 165/2001 , attribuendo agli enti la facoltà di avvalersi di prestazioni professionali di alta specializzazione solo quando il candidato è in possesso di una “ comprovata specializzazione universitaria ”. Si tratta, non c’è dubbio, di una delle novità più limitanti di una manovra che, sul personale, agli enti locali ha concesso quasi niente. La ratio della norma, la necessità di ricorrere a soggetti esterni per lo svolgimento di funzioni istituzionali solo quando sia strettamente necessario, ha un ovvio fondamento logico. Peraltro, più la leggiamo e più non comprendiamo la testardaggine di chi ha deciso di introdurla. Si tratta di un ritornello che, senza volerlo, fischiettiamo da settimane: il legislatore, ...

Fuori dal recinto

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A carte scoperte, non c'è più spazio per barare. E neppure per tappare falle improvvise nella sempre traballante macchina amministrativa. Dopo la completa riscrittura dell'Art. 36, D.Lgs. n. 165/2001 operata dalla Finanziaria 2008 , riesce difficile ipotizzare un tranquillo 2008 per gli enti di ogni dimensione. Le fondamenta del lavoro nella pubblica amministrazione, secondo la nuova e ben poco rivoluzionaria formulazione, sono i rapporti subordinati a tempo indeterminato. Grazie tante. Dopo anni di spinta al precariato in ogni suo possibile manifestarsi, questa semplice ma fino ad oggi scandalosa verità torna con prepotenza in prima fila, scalzando tutte le altre forme di accesso all'impiego dal podio più alto. C'è ben poco da ridere purtroppo, perché il fondamentale assunto non corrisponde in alcun modo a un allentamento dei vincoli capestro che hanno fino ad oggi impedito a quasi tutti gli enti di assumere (e poco male per quelli che hanno personale in grande esubero...

All'incrocio dei pali

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E' più di un avvertimento. Si tratta di una reale messa in mora da parte, nientemeno, della Corte costituzionale. Che apprezziamo per la sua chiarezza, nonostante in questa occasione non ci faccia un favore. La recente ordinanza 5 novembre 2007, n. 377 afferma un principio sul quale, d'ora in poi, gli uffici tributi non potranno fare orecchie da mercante. Poiché la cartella esattoriale è l'ultimo tassello di un procedimento amministrativo, perché essa sia ben formata ed efficace vi deve comparire il nome del responsabile di quell'iter, proprio ai sensi della classica L. 241/1990. Questa sintetica ma esplicita e non equivocabile conclusione va presa sul serio, da subito. Potete, infatti, già immaginare le moltitudini di contribuenti pronte a far partire altrettanti ricorsi a fronte di cartelle notificate senza il fatidico nominativo. Di fronte a una pronuncia così limpida, possiamo solamente approntare le adeguate misure organizzative. Pertanto, senza che il panico prend...

Vetri affumicati

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Salti di qualità a ripetizione si preannunciano, proseguendo nella lettura della Finanziaria 2008, per tutte le amministrazioni ben intenzionate a percorrere i virtuosi sentieri battuti finora solo dai meno furbi. Scavando nel sottotesto di centinaia di commi oscuri, si giunge al blocco dell' art. 2, cc. 594-600 e si apprende che gli organi collegiali comunali (e provinciali) saranno chiamati a un supplemento di impegni prima che le rondini facciano primavera. Oltre alla programmazione degli incarichi per studio, ricerca e consulenza, infatti, si chiede a ciascun ente di elaborare un documento (a schema libero, peraltro) nel quale siano individuate apposite misure per razionalizzare le spese di funzionamento. Notoriamente, sono proprio quelle che farebbero lievitare i bilanci per nulla floridi di migliaia di comuni e, in qualche modo, ci si deve dare un taglio, letteralmente. La norma non lesina specifici indirizzi da seguire: si parla infatti di dotazioni strumentali, anche infor...

Uno sparo nel buio

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Anche le migliori intenzioni possono affondare nell'acqua stagnante dell'irrazionalità. A leggere i commi da 55 a 57 del terzo maxi-articolo della Finanziaria 2008 si finisce per credere che il legislatore abbia trovato nell'affidamento di incarichi di studio e consulenza degli enti locali terreno fertile per la propria politica di bastone e carota. E' difficile, in questo caso, sostenere che non vi sia spazio per una riflessione profonda sulla faciloneria con la quale si è speso senza controllo nell'assegnare a Tizio o Caio consulenze su tutti i temi disponibili, indipendentemente dalla stretta competenza, ma solo per evitare un confronto con le risorse interne, teoricamente altrettanto preparate, almeno fino a prova contraria. Come d'uso, però, si sceglie di guardare il problema da un'unica prospettiva dimenticando che realtà affatto diverse hanno bisogno di discipline giuridiche altrettanto diverse. Risulta, infatti, indimostrabile l'assunto secondo ...

Aspetta e spera

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Come un illusionista di lunga esperienza, l’Agenzia del Territorio vuol farci credere che la dichiarazione ICI, dal 18 dicembre, non è più. In quella data, infatti, uno specifico provvedimento ha accertato che il sistema di fruizione delle banche dati catastali a favore dei comuni è ‘effettivamente operativo’. Due paroline magiche richieste dal primo Decreto Bersani per dimostrare agli enti che la carta non serve più e non è neppure necessario quindi che il contribuente si debba preoccupare di comunicare alcunché quando, ad esempio, acquista o vende un immobile. Ma si tratta di una mezza verità. Lo stesso D.L. n. 223/2006, infatti, si era già premurato di precisare che la dichiarazione cessava di esistere, sì, ma non quando gli elementi della variazione non possono essere dichiarati per via telematica, con il cosiddetto MUI. Resta così un dubbio: se in primavera arriverà il consueto decreto che approva il modello di dichiarazione. E perché non dovrebbe? Quali sono infatti gli elementi...

Stelle e strisce

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Non era necessario uno sforzo immane. Neppure ci si doveva produrre in salti mortali dialettici. Bastava certificare la giuridica verità. In quattro righe quattro , la Finanziaria 2008 chiude, così, lo sterile dibattito sulla data da cui far decorrere l’applicazione della modifica apportata all’art. 3, c. 6, L. 488/1999 dalla Finanziaria 2007, riguardante il fondo IVA servizi non commerciali. La manovra dell’anno scorso aveva aggiunto un breve ma velenoso inciso alla norma del 1999, determinando così il seguente testo aggiornato: “ 3. È istituito presso il Ministero dell'interno un fondo alimentato con le risorse finanziarie costituite dalle entrate erariali derivanti dall'assoggettamento ad IVA di prestazioni di servizi non commerciali, per i quali è previsto il pagamento di una tariffa da parte degli utenti , affidate dagli enti locali territoriali a soggetti esterni all'amministrazione a decorrere dal 1° gennaio 2000. Con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 1...

Quell’ultimo ponte

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“Innanzitutto, salviamo le apparenze”. Avesse uno stemma araldico, questa Finanziaria avrebbe già trovato il motto adeguato da fissarvi sopra, a caldo. Non di meno, se c’è un tema dove, negli ultimi mesi, pare che la sostanza abbia lasciato definitivamente posto alla più evanescente forma è quello della finanza derivata. Così, leggendo con attenzione interessata i quattro commi ad essa dedicati dalla L. 244/2007 (dal 381 al 384), non si può fare a meno di pensare a una spoglia finestra, alla quale mani di buon gusto hanno appeso sontuose tende e appoggiato rigogliosi vasetti di primule e viole. Le buone intenzioni, infatti, traboccano da quel testo. A cominciare dall’incipit, imperioso e solenne: che predica la massima trasparenza nella stipula di contratti (anche) di finanza derivata. Questo principio si offre così in pasto alle decine di istituti di credito pronti a sfidare qualsiasi tribunale pur di sostenere che i propri contratti sono come cristallo. Certo, trasparenza è altro da ...

Avanti l’unione....

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L’esercito delle interpretazioni di comodo sta già organizzando l’invasione della Finanziaria 2008, via terra, via mare, ma soprattutto via aria. Impossibile, infatti, impedire che le letture, diciamo così, personalizzate di un testo illeggibile si diffondano senza controllo, e con ogni mezzo. La resistenza non si sta organizzando, però. Dai ministeri, infatti, non si stanno levando voci autorevoli a frenare l’assalto di truppe maliziosamente attrezzate. Oppure, novelli carbonari, stanno lavorando in silenzio per zittire tutti in una sola occasione, con una mega-circolare omnicomprensiva. Nel frattempo però tutto è permesso, leggendo casualmente i commi. Ad esempio, l’art. 2, c. 28 (di imprevedibile comicità, a pensarci bene) contiene l’ormai nota selezione innaturale delle forme associative degli enti locali. Ai quali è stato assegnato un termine breve di tre mesi per decidere, in modo del tutto discrezionale, se aderire a consorzi, unioni di comuni oppure gestioni associate di servi...

La canzone resta la stessa

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E' curioso il percorso che il legislatore ha fatto fare agli oneri di urbanizzazione (posto che li si possa ancora chiamare così). La norma che li istituì, più di trent'anni fa, prevedeva che i proventi delle concessioni edilizie e delle realtive sanzioni si dovevano versare sull'apposito conto corrente vincolato presso la tesoreria comunale e avevano una destinazione tassativa: realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, acquisizione delle aree da espropriare per la realizzazione dei programmi pluriennali di attuazione. Nient'altro. Per anni, dunque, a nessuno venne in mente di utilizzare quelle somme per spese che non fossero d'investimento e addirittura legate a filo doppio all'urbanizzazione del territorio. Nell'estate del 1986, però, questa certezza si incrinò e, per la prima volta, fece capolino la deroga che ancora ci perseguita, nel bene e nel male. L...

Motori a scoppio

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Facendo gli opportuni scongiuri, abbiamo atteso speranzosi che nel supermercato delle proroghe gli avessero riservato un posticino. Invece, nulla. C'è sempre qualche mese di mezzo, è vero. Peraltro, non è opportuno, nel frattempo restare con le mani in mano, dunque tanto vale non pensarci più e rimboccarsi le maniche. L'invio telematico degli elenchi di utenti TARSU e TIA, previsto per i dati 2007 entro il vicinissimo 30 aprile, è stato il colpo di coda dell'Agenzia delle entrate, prima della pausa natalizia. Il provvedimento 11 dicembre 2007 è infatti calato in Gazzetta sotto S. Stefano e ci ha ricordato che non bisogna mai sottovalutare il legislatore, la cui memoria è davvero di ferro, in alcune imprevedibili circostanze. Qui si trattava di chiudere un cerchio aperto dalla Finanziaria 2007 e che, solo in apparenza, coinvolgeva in modo marginale le amministrazioni. In realtà, non vi era ragione per dubitare seriamente della portata globale dell'adempimento, e così, ...

Noci di burro

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Come la mettiamo con le sanzioni alle violazioni del Codice della strada? Si allunga la fila di coloro che hanno capito fischi per fiaschi e, contemporaneamente, le voci che tentano di riportare la vicenda a una dimensione corretta sono ancora troppo poche. La contesa ruota attorno al criptico comma 153 della recente Finanziaria e, attentamente considerata la sua involuta progressione, non stupisce che lo si sia letto con sufficienza e distrazione. Mi risulta, però, che la legge non ammetta ignoranza. Ciò significa tutto sommato che, almeno, il senso compiuto delle norme debba essere salvaguardato. Invece, a forza di semplificare, si accresce il dubbio che, come sostenuto dai suoi superficiali esegeti, quel comma riduca a due gli anni entro i quali, a pena di prescrizione, gli enti locali devono compilare i ruoli delle relative sanzioni. E’ proprio ‘semplificare’ la parola chiave, qui. Capisco la fretta che, nei primi giorni, può aver travolto ogni intenzione di approfondire, pur di c...

Centro di gravità permanente

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Se dovessimo catalogare l’ultima Finanziaria sulla base degli argomenti più trattati, avremmo già pronta l’etichetta con sopra una bella P. P come Personale. A differenza di quella dello scorso anno, intrisa di novità per gli uffici tributi, quella per il 2008 non risparmia alcuna freccia all’arco delle risorse umane. Che si tratti di lavoratori dipendenti oppure di incarichi professionali, di stabilizzazioni o di assunzioni, di collaborazioni coordinate o sostituzioni di maternità, ce n’è davvero per tutti i gusti. Quasi tutti, a dir la verità, senza zucchero. Il bello, tuttavia, sta in ciò che non c’è, o meglio che era previsto un anno fa, ma che era rimasto nel dimenticatoio, a causa di un’entrata in vigore non immediata. Puntualmente, quest’ultima è ora maturata (l’ora X scatterà il prossimo 1° marzo) e la Funzione pubblica si dilunga in una nota fresca di giornata a spiegarne le conseguenze. Si tratta della comunicazione obbligatoria a carico del datore di lavoro da presentare en...

Convenzione democratica

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Un colpo al cerchio e uno alla botte. Si potrebbe riassumere, talvolta, con una trita frase fatta, l'atteggiamento dell'Agenzia delle entrate di fronte ai quesiti di enti pubblici e privati. Nel senso che messa in condizione di applicare una norma particolare a una specifica fattispecie, spesso si rifugia in un comodo cantuccio, e si trova d'accordo con l'interpretazione fornita dal richiedente, ma anche (scusate il veltronismo) in disaccordo. Certo, non l'aiutano gli interpellanti, quando sottopongono all'Agenzia situazione mal definite o, peggio, genericamente delineate, di modo che una risposta precisa e inequivocabile diventa impresa improba anche per il funzionario meglio intenzionato. Una delle ultime risoluzioni del 2007, la 28 dicembre 2007, n. 394/E , affronta un vecchio tema, caro a tutti gli uffici ragioneria: quello delle delegazioni comunali e della loro definizione compiuta. Il punto di osservazione, in questo caso, è quello di chi deve applicare l...

Concessioni governative

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Non dovendo gestire direttamente l’IRAP, gli enti comunali non hanno mai prestato particolare attenzione ai suoi aspetti più viscerali, optando per una normale e attenta verifica degli adempimenti a loro carico (versamenti mensili, dichiarazione annuale, eventuale opzione per il metodo commerciale). Tuttavia, il tributo in questione rappresenta una sorta di avanguardia fiscale poiché le Regioni ne hanno sempre sbandierato l’uso per finalità di carattere sociale, soprattutto dopo che l’Unione europea l’aveva etichettata come anticostituzionale, almeno per giustificarne il peso sulle attività produttive colpite. Trattandosi di introiti gentilmente concessi dall’Erario, però, non era consentito concepire varianti all’imposta per sopperire a nuove necessità di spesa. Ora, la Finanziaria approva una operazione che si delinea immediatamente come di pura cosmesi, nonostante sia presentata come un passaggio di consegne da una gestione centralizzata ad una su base locale. L’art. 1, commi 43-44-...