Too Cool for Internet Explorer

venerdì 25 gennaio 2008

Spazio 1999

In previsione di un rapido scioglimento delle Camere, ancora non sappiamo quanti dei decreti ministeriali da emanare ex Finanziaria 2008 sono davvero a rischio di scomparire nell'oblio dei provvedimenti senza futuro. Ho la vaga impressione, però, che tra questi finiranno quelli richiesti dall'Art. 1, cc. 212-213 per mettere in cantiere una delle operazioni più ambiziose che si ricordino: la completa digitalizzazione dei rapporti di fatturazione verso la P.A. Possiamo per qualche riga far finta che non sia così, e che nessun intoppo bloccherà l'iniziativa. L'obiettivo, quindi, è decisamente alto: si prevede che, da un certo momento in poi (determinato, appunto, dal secondo dei decreti ora pendenti), "l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, e con gli enti pubblici nazionali, anche sotto forma di nota, conto, parcella e simili, deve essere effettuata esclusivamente in forma elettronica". Si noti immediatamente l'assenza delle autonomie locali dal raggio d'azione della norma. La cosa, da un lato, non dispiace: considerando la quantità di adempimenti da assolvere nei prossimi mesi, non vorremmo davvero dover affrontare anche lo scoglio della fatturazione digitale. E però, dall'altro lato, non si riesce a scacciare la fastidiosa sensazione che questa assenza sia temporanea. Che, cioè, sia solo questione di qualche anno (forse) prima che quest'obbligo sia riversato sulle generose e solide spalle degli enti locali. Ho usato gli ultimi due aggettivi in senso tutt'altro che ironico, considerando quanto duttili siano le amministrazioni locali rispetto ai repentini cambi di rotta di un legislatore che, su molti argomenti, non sostiene mai la stessa posizione per più di una legge Finanziaria. Se ne ricaverebbe dunque l'impressione che non manchi moltissimo all'estensione della fatturazione elettronica fuori dai confini dell'Amministrazione dello Stato. Fatta salva la sospensione di tutto il meccanismo che potrebbe impedirne lo sviluppo futuro. Se, però, tutto ciò che i decreti preconizzano accadesse domani mattina anche per gli enti locali, mi chiedo quanti sarebbero pronti, a stretto giro di posta, a emettere e ricevere fatture in una forma che non sia quella cartacea. E il dubbio nasce soprattutto per i piccoli e piccolissimi fornitori che ci trasmettono fatture ancora battute con la macchina per scrivere. Nel comma 213, è vero, si dice che nel decreto saranno individuate le situazioni per le quali è prevista una deroga alle tecno-fatture, ma esse sono limitate ad alcune tipologie di approvvigionamenti. Dunque non in relazione alle dimensioni dell'impresa. Per le Amministrazioni dello Stato il problema, con ogni probabilità, non si pone, data la potenza di fuoco espressa dagli appalti di fornitura che coprono le esigenze di decine di migliaia di lavoratori. In tutta evidenza, però, un sistema interamente informatizzato non può fondarsi sulle deroghe, pena il clima da barzelletta che ne deriverebbe per i protagonisti. Ecco profilarsi all'orizzonte un futuro non lontanissimo in cui anche per la nostra contabilità IVA ricorreremo solo ai bit: ce lo suggerisce anche il comma 214, il quale attribuisce alle disposizioni che lo precedono valore di principio fondamentale in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici e di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, per le Regioni. Si tratta della tappa intermedia verso l'introduzione generalizzata del sistema. Ora però gli intoppi istituzionali rischiano di tarparne le ali prima ancora del decollo.

0 Comments: