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martedì 8 gennaio 2008

Centro di gravità permanente

Se dovessimo catalogare l’ultima Finanziaria sulla base degli argomenti più trattati, avremmo già pronta l’etichetta con sopra una bella P. P come Personale. A differenza di quella dello scorso anno, intrisa di novità per gli uffici tributi, quella per il 2008 non risparmia alcuna freccia all’arco delle risorse umane. Che si tratti di lavoratori dipendenti oppure di incarichi professionali, di stabilizzazioni o di assunzioni, di collaborazioni coordinate o sostituzioni di maternità, ce n’è davvero per tutti i gusti. Quasi tutti, a dir la verità, senza zucchero. Il bello, tuttavia, sta in ciò che non c’è, o meglio che era previsto un anno fa, ma che era rimasto nel dimenticatoio, a causa di un’entrata in vigore non immediata. Puntualmente, quest’ultima è ora maturata (l’ora X scatterà il prossimo 1° marzo) e la Funzione pubblica si dilunga in una nota fresca di giornata a spiegarne le conseguenze. Si tratta della comunicazione obbligatoria a carico del datore di lavoro da presentare entro 48 ore al Centro per l’impiego competente, riguardante una serie non breve di eventi e situazioni, elencate nella circolare e dei quali sarà il caso di prendere buona nota, poiché, a parte qualche sporadica eccezione, ci coinvolgono in modo diretto. L’obiettivo della norma originaria (Art. 1, cc. 1180-1185, L. 296/2006) è chiaro: in un mondo del lavoro viziato da perenne indolenza sul rispetto della disciplina previdenziale e assistenziale, è indispensabile attivare un sistema di controlli che renda responsabili tutti i datori di lavoro pubblici e privati, obbligandoli a monitorare per conto delle autorità centrali ciascun movimento di personale. Nessuna eccezione, quindi, tra enti pubblici o privati e non pare proprio il caso di eccepire alcunché sul punto. Dal punto di vista procedurale, tuttavia, vien da chiedersi se il moltiplicarsi all’infinito delle comunicazioni non rappresenti un movimento all’indietro nel tormentato percorso verso lo snellimento amministrativo. Lo dico senza ironia, consapevole che le buone intenzioni del legislatore si propongono esplicitamente di introdurre un onere supplementare a carico del datore di lavoro. Innanzitutto, i contratti da monitorare sono sia quelli di lavoro dipendente (a tempo determinato o indeterminato, occasionali o di formazione e lavoro), sia quelli di collaborazione. Tutte forme giuridiche ben note e utilizzate dagli enti locali. Sfogliando, poi, la lista degli eventi riferiti a quei contratti che, nei due giorni da loro verificarsi, sono suscettibili di comunicazione troviamo di tutto: la trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato; la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno; la trasformazione da contratto di apprendistato a contratto a tempo indeterminato; la trasformazione da contratto di formazione e lavoro a contratto a tempo indeterminato; il trasferimento del lavoratore; il distacco del lavoratore; la modifica della ragione sociale del datore di lavoro; il trasferimento d'azienda o di ramo di essa. Alcune di queste, obiettivamente, teoricamente possibili, hanno una ridottissima probabilità di realizzarsi (vedasi una nuova ragione sociale dell’ente), altre non sono proprio possibili giuridicamente, e la stessa Funzione pubblica lo ricorda: le assunzioni a tempo indeterminato non possono mai avvenire attraverso la trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato, restando inevitabile l’espletamento di una procedura concorsuale. Il nucleo centrale delle informazioni da trasferire al Centro per l’impiego resta comunque sostanzioso e l’unico sollievo è rappresentato dall’indicazione che, con questa comunicazione, si assolvono gli obblighi analoghi nei confronti dell’INPS, dell’INAIL, della Prefettura e delle Direzione provinciali del Lavoro. Ormai abolito il metodo cartaceo, resta l’esclusivo sistema telematico, che dovrebbe assicurare celerità e, soprattutto, sicurezza nel passaggio di dati più che sensibili. Non ci dispiacerebbe che, per una volta, se ne facesse un uso razionale e, una volta acquisiti, non fossero blindati e resi inaccessibili ad altre diramazioni ministeriali per elaborazioni di altro tipo. E’ chiedere troppo?

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