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martedì 29 gennaio 2008

La fossa del leone

Esistono forme di pentitismo che nessuno penserebbe di associare alla delinquenza meglio organizzata. Sono quelle che non si manifestano esplicitamente, con la contrizione di parole riparatorie, ma attraverso comportamenti di segno opposto, con l’obiettivo di rimediare ai danni prima procurati. In questo modo, purtroppo, sfugge ai più l’errore originale e pare che il pentito sia sempre stato virtuoso. Ciò che si legge a proposito del Patto di stabilità 2008 rientra in questa categoria dello spirito e, per giudicarne serenamente gli esiti, andrebbe almeno collocato nella sua corretta dimensione temporale. Se, da quest’anno, gli enti soggetti al vincolo di Maastricht sono tenuti a fare i conti con la competenza mista (o ibrida secondo un’altra, non indispensabile versione) nel calcolo del saldo rilevante, devono ringraziare innanzitutto chi, con forza evidentemente convincente, per prima la propose come soluzione: l’ANCI. Nella Conferenza Stato-Città che diede il via libera all’ormai noto meccanismo, infatti, fu proprio la potente associazione a perorare la causa di un nuovo sistema per determinare gli obiettivi finanziari degli enti soggetti al Patto. L’iniziativa, come ognuno può immaginare senza che altri lo imbecchi, aveva lo scopo evidente di portare acqua al mulino di alcuni selezionatissimi enti per i quali il vecchio metodo dei saldi separati produceva situazioni men che ottimali. Dunque un cambio di rotta quasi ‘ad personam’, del quale nessuno si è accorto finché non sono apparse le prime simulazioni di calcolo con il nuovo sistema. Quest’ultimo, che contempla la determinazione di un unico saldo come somma algebrica di entrate e spese distinte secondo che siano di competenza (parte corrente) e di cassa (parte investimenti), mette alle strette una percentuale di enti che si ritrovano dall’esercizio precedente un ammontare rilevantissimo di residui passivi di parte investimenti. Questi ultimi (se in difetto rispetto al Patto 2007), con il nuovo sistema, finirebbero per non poter comunque rispettare l’obiettivo migliorativo del 2008, perché il pagamento dei residui del titolo II si mangerebbe tutto il margine accumulabile in competenza 2008. E qui interviene il pentimento compassionevole del colpevole. Senza in alcun modo menzionare il ruolo protagonista recitato nella commedia della competenza mista, l’ANCI ha ottenuto che nella versione definitiva della Finanziaria 2008 (Art. 1, c. 379) fosse inserita una vera e propria clausola di salvaguardia, che permettesse agli enti di scegliere se continuare a calcolare il saldo con il vecchio metodo oppure approfittare della novità di stagione. Che però, purtroppo, è limitato agli enti virtuosi, quelli cioè che presentano un saldo 2003-2005 calcolato con la competenza mista positivo e maggiore del saldo di cassa. La clausola, poi, è valida esclusivamente per il 2008, come se la bontà del conteggio di competenza mista fosse a prescindere il non plus ultra e l’eccezione confermasse la regola. Già coloro che presentano un saldo di cassa nel 2003-2005 positivo non devono concorrere alla manovra 2008 e possono dunque stare serenamente a guardare gli altri che si dovranno invece industriare nel migliorare il proprio saldo negativo, pur dovendo mantenere per l’intero esercizio la virtuosità pregressa. La parola d’ordine sembrerebbe dunque essere: “Se hai i conti in ordine, ti vincolo di meno”. Non è detto che sia così, perché, ad esempio, sul monitoraggio ministeriale si introduce una tassatività mai vista prima. Basta saltare la trasmissione del prospetto dimostrativo dell’obiettivo 2008 e automaticamente il patto si considera non rispettato. La storia delle sanzioni è ricca, tuttavia, di comiche smentite (ricordate la loro scomparsa per decreto nel 2006?). Anche quella appena introdotta, che pecca sicuramente di eccessivo formalismo, potrebbe svanire come la nebbia. La riscrittura continua delle regole sul Patto si stratifica e gli enti non sanno come traghettare da un sistema all’altro. Perché allora non abbandonare del tutto i saldi di cassa e affidarsi, d’ora in avanti, solo alla competenza (che, come si sa, in cassa si trasforma, prima o poi)?

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