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giovedì 22 novembre 2007

L'ospite d'onore

Nel lustro abbondante durante il quale ha ricoperto il ruolo di presidente della Corte dei conti, Francesco Staderini ha, di fatto, ridisegnato le competenze della magistratura contabile, dietro la spinta normativa che nel breve volgere di qualche anno ne ha, per fortuna, sancito ufficialmente la funzione di organo di collaborazione e controllo per le autonomie locali. A distanza di pochi (troppi) anni dalla soppressione degli organi regionali di controllo, il vuoto anarchico che si è creato nelle procedure verificatorie della legittimità dell’azione amministrativa di comuni e province stava producendo (e per certi versi, continua tuttora a produrre) un cumulo di non buone pratiche ben lontane dall’ortodossia e sempre più difficili da correggere e ripristinare lungo direttrici accettabili, meglio, lecite. L’azione della Corte (soprattutto attraverso le linee guida su preventivi e rendiconti interamente a carico dei revisori contabili) contribuisce a tappare la falla dalla quale, però, continuano ad uscire copiose quantità di acqua sporca. Le sezioni di controllo, dunque, oggi rappresentano solamente un tassello di un sistema di verifiche che, per funzionare davvero, non può non ritornare a una qualche forma di controllo preventivo di legittimità, pena un carico sovrumano di verifiche ex post che la Corte dei conti può gestire (a parità di risorse) solamente con tecniche di campionamento, perdendo per strada possibili situazioni da monitorare. Ora, dopo l’avvicendamento istituzionale del febbraio 2006, Staderini ha assunto un ruolo che solo formalmente rappresenta un passo indietro nella prestigiosa carriera di un magistrato giustamente in quiescenza. Come presidente dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali, infatti, gli toccherà un compito più defilato ma molto più spinoso e soprattutto tutt’altro che onorario. L’Osservatorio rappresenta, ad oggi, l’unico gruppo di lavoro in materia di contabilità locale che non si possa definire inutile. Da un lato, il coraggioso perorare la causa dei principi contabili è un merito riconosciuto persino da chi si ostina a ritenere indispensabile la contabilità finanziaria. Dall’altro, nei documenti prodotti fin qui dall’Osservatorio, ciascuno può individuare il filo rosso della concretezza delle proposte. E, ciò che più rappresenta la continuità con il lavoro di Staderini alla Corte, di un obiettivo: la chiarezza espositiva dei dati di bilancio. Da questa maggiore leggibilità (che non è per niente un'operazione di cosmesi) discende, gioco forza, la diminuzione dei rischi di malagestione, in attesa di una possibile riforma dei controlli e dell'avvento, chissà, di una contabilità esclusivamente economica. Nella sua prima intervista come presidente, ribadisce un concetto già espresso nel convegno di Spiazzo, a fine settembre: ci sono troppi galli nel pollaio delle interpretazioni e provocano solo confusione, purtroppo alimentata dagli stessi enti che, chiedendo lumi sulla stessa questione a organismi diversi, tentano la via breve per ottenere il parere risolutore che li autorizza a fare esattamente quel che intendevano fin dall'inizio. Che ciò accada, di fronte all'eterogeneità dei soggetti interpellati, spesso di opinioni lontane come i poli, non deve meravigliare. Piuttosto preoccupare. Di qui il compito di sentinella in servizio permanente effettivo dell'Osservatorio, che dovrà sempre più accreditarsi come interlocutore privilegiato, eventualmente in parallelo proprio con la Corte.

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