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venerdì 23 novembre 2007

Elusione fiscale

Vuoi vedere che, dopo le scaramucce delle scorse settimane, qualcuno ha fiutato l’affarone della nuova detrazione ICI? Sullo Struzzo giallo di oggi appare un pezzo che, simulando l’applicazione dell’imposta, paventa per lo Stato un esborso imprevisto già dal prossimo anno. Il meccanismo non è complicato, anzi. E’ valido innanzitutto solamente per gli enti che nel 2007 hanno concesso ai propri contribuenti una detrazione per abitazione principale superiore al minimo di legge (quei 103,29 euro, mandati a memoria in luogo delle vecchie 200.000 lire). Questi comuni, insomma, riducendo la detrazione prima generosamente concessa, riportandola, al limite, al tetto minimo obbligatorio, scaricherebbero sullo Stato la differenza di imposta, aumentando anziché diminuendo il gettito complessivo (che comprende anche il trasferimento sostitutivo erariale). Certo non si tratta di una situazione generalizzabile. Peraltro un esempio potrebbe chiarire meglio la questione. Prendiamo un’abitazione di categoria A3, popolare dunque, con valore ai fini ICI di € 35.000,00. Se il comune applica l’aliquota del 5 per mille e una detrazione generalizzata di € 150, l’imposta lorda di € 175 viene abbattuta a € 25. La detrazione statale (1,33 per mille del valore imponibile) massima ammonterebbe a € 46. In questo modo, poiché quest’ultima si applica sino a concorrenza dell’imposta, il contribuente azzera il debito fiscale e al Comune sono trasferiti i € 25 detratti grazie alla norma statale. Tuttavia, e qui sta appunto il senso della manovra, se l’ente decide di abbassare a € 130 la detrazione generalizzata, il debito del contribuente passa a € 45, che con l’applicazione della detrazione statale, questa volta quasi nella misura intera, azzera nuovamente il debito del contribuente ma fa attribuire al comune un trasferimento quasi doppio rispetto al caso precedente. Come si intuisce, si tratta di un’operazione molto pericolosa dal punto di vista del marketing politico, se la si vuole attuare massimizzando il contributo dello Stato. Perché, dovendo tener conto della variabile ‘rendita catastale’, è praticamente impossibile impedire che anche un solo contribuente non venga danneggiato (come la mamma, di detrazione ce n’è una sola). Così, una volta insinuata nell’orecchio dell’amministratore la pulce del possibile colpaccio, ed escluso lo scenario più avido, resta concretamente una sola possibilità. Trovare un valore intermedio tra la detrazione minima e quella fino ad oggi applicata, più vicino possibile a quest’ultima, che, salvando capra e cavoli, mantenga inalterati i benefici per i contribuenti e, contemporaneamente, garantisca all’ente un insperato maggior gettito. L’escamotage richiede qualche pomeriggio di sperimentazioni calcolatrice alla mano. Ma se, ritornando all'esempio precedente, la detrazione comunale fosse abbassata a € 140, il contribuente continuerebbe a non pagare ICI e il comune beneficerebbe di un extra-contributo di € 10. Il valore complessivo dell’operazione molto probabilmente non rappresenterà l’Eldorado, ma una manovra che aumenta il gettito e non tocca le aliquote si definisce virtuosa, giusto?

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