Il dettagliatissimo documento reso pubblico da ANCI nei giorni scorsi sull'interpretazione delle norme contenute nella Finanziaria 2007 a proposito della precarizzazione del personale nella P.A. (pomposamente auto-definito 'direttiva') ripropone un quesito ancora senza risposta. A che titolo l'associazione in questione interpreta norme giuridiche (di così delicata importanza, poi) e vi attribuisce una valenza semi-ufficiale? La domanda è sostanzialmente retorica: sappiamo perfettamente che il ruolo giocato dall'ANCI è straordinariamente politico, dunque anche un po' ministeriale. Quello che si vuole sottolineare è il formalissimo stile (non casuale, di certo) con la quale il documento è stato redatto, quasi provenisse davvero dalla Funzione pubblica. La quale si è fatta superare in velocità dall'associazione di categoria più autorevole nella corsa a spiegare le reali intenzioni del legislatore. Ma gli enti come si devono comportare? Seguire comunque l'impostazione ANCI, considerandola alla stregua di una pratica diffusa (o in diffusione) e quindi accettabile agli occhi del ministero oppure attendere ancora la pronuncia ufficiale di quest'ultimo, per non avere più dubbi su quali figure stabilizzare e quali no? La lettura della 'direttiva', tra l'altro, è molto interessante per il livello di analisi che raggiunge e per la chiarezza delle posizioni esposte (una su tutte: impossibile regolarizzare, sulla base di una norma non equivocabile, le collaborazioni coordinate e continuative). Sviscerare pochi commi in undici fitte pagine con uno schema esplicativo lucidamente scientifico è un ottimo obiettivo, senz'altro raggiunto. Purtroppo, però, questo sforzo non possiede (ancora) valore interpretativo ufficiale ma solo dottrinale (benché, in ogni caso, autorevole). Da qui la necessità di una pronuncia ministeriale che, magari proprio chiamando in causa il documento ANCI, lo avalli oppure lo smentisca, chiudendo il cerchio delle ipotesi una volta per tutte. Le ambizioni dell'associazione guidata dal Sindaco di Firenze non sono certamente celate dietro qualche paravento. Si vuole un riconoscimento ai più alti livelli burocratici del ruolo giocato nel processo di formazione delle norme: un ministero dietro le quinte, pronto a suggerire, con più o meno forza contrattuale, la soluzione meglio confacente agli interessi degli enti rappresentati. Lobbismo all'italiana? Forse. Ma fosse almeno realizzato con l'imprimatur del legislatore, darebbe più certezze alle amministrazioni senza svilire il rapporto ANCI-Parlamento al grado di scambio di reciproche concessioni. Se consultate anche solo rapidamente il sito della Funzione pubblica, non potete non notare la cronica stipsi nel rilasciare circolari e pareri. Tutto ciò irrigidisce i rapporti tra il centro e la periferia e lascia tutto lo spazio possibile ad interlocutori para-istituzionali come l'ANCI per riempire i vuoti e offrire quell'assistenza ufficiale della quale si ha invece sempre più sete.
martedì 3 aprile 2007
Panchina lunga
Pubblicato da Massimo Monteverdi alle 18:25
Categorie: ANCI, Finanziaria 2007, Stabilizzazione dei precari
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