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venerdì 2 febbraio 2007

La capra e i cavoli

I rapidi sviluppi della questione riguardante la libera riscossione dei tributi comunali dopo la Finanziaria 2007 propongono tali e quali i dubbi sollevati in precedenza. La nota datata 31 gennaio dell'Agenzia delle Entrate indirizzata a un comune della provincia milanese vorrebbe infatti rappresentare la definitiva risposta alla confusione delle scorse settimane, rispondendo al quesito: "I comuni possono ancora riscuotere direttamente l'ICI?" con un sibillino ma stentoreo: "E come no?" Poco dopo, però, la stessa Agenzia ricorda all'ente interpellante che il decreto Bersani è vivo e lotta insieme a noi. E l'utilizzo del modello F24 per pagare l'imposta, come ricordavamo nel post di martedì scorso, il prossimo giugno sarà una facoltà del contribuente contro la quale nessun ente potrà mai introdurre norme regolamentari differenti. Dal punto di vista strettamente giuridico, l'Agenzia non poteva certo andare al di là di quanto stabilito dal legislatore. Si tratta, in sintesi, della fotografia del quadro normativo vigente: da un lato, l'abrogazione da parte della Finanziaria 2007 dell'Art. 59, comma 1, lett. n), D.Lgs. 446/1997, che autorizzava esplicitamente i Comuni a introdurre i versamenti dell'ICI "sul conto corrente postale intestato alla tesoreria del Comune e quello direttamente presso la tesoreria medesima", non impedisce ai comuni, ai quali resta la potestà regolamentare in materia di tributi, di introdurre nel regolamento una norma uguale al testo abrogato. Ma è un palliativo, perché l'F24 scalpita ai blocchi di partenza. L'obiettivo di fondo, dunque, sembra esattamente quello di scoraggiare nel medio termine gli enti ad adottare forme di riscossione in proprio, per salvaguardare, si dice, la comodità del contribuente nell'assolvere i propri obblighi tributari di tarda primavera e inizio inverno (compresi quelli erariali, va da sè).
Avremmo auspicato una meno salomonica conclusione della vicenda che, in questo modo, è tutt'altro che definita. Se non altro perché i comuni che hanno introdotto la riscossione diretta (quantificati da Il Sole-24 Ore in circa 3.100 enti, più di un comune su tre, insomma) per avere un controllo più rapido, puntuale e, spesso, meno oneroso della concorrenziale attività svolta dai concessionari, ora dovranno comunque attendere i dati ministeriali per avere il quadro esatto dei versamenti.
E' mancato il coraggio necessario per introdurre esplicitamente il divieto di riscossione diretta. Così, l'ambiguità durerà ancora. A questo punto, il Ministero dovrà lavorare di alta diplomazia per far digerire poco alla volta l'esclusività dell'F24 che, azzardiamo, non tarderà a venire. A proposito, anche il Sole-24 Ore di oggi ricorda, come noi, che il legislatore è ancora debitore di un decreto attuativo della norma di luglio. Giugno non è poi così lontano.

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