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giovedì 3 gennaio 2008

I cavalieri che fecero l'impresa

Seminando per ogni dove pezzetti di norme dedicati all'ICI, il legislatore ha finito per costruire un corpo di disposizioni adatto a impegnare ogni categoria di operatori. Per concludere la disamina di ciò che di nuovo porta la L. 244/2007, mancano all'appello alcuni commi che, come nella migliore tradizione delle recenti Finanziarie, ostentano una certa indifferenza all'omogeneità. Bisogna andarsele a pescare nella fitta trama del testo, poiché ci hanno tolto anche la piccola soddisfazione di intuire il contenuto di una disposizione dalla rubrica dell'articolo. Così, ad esempio, c'è posto per una nuova possibile aliquota agevolata. Questa volta la mano benevola della legge si posa su coloro che installano impianti per la produzione di energia elettrica o termica per uso domestico a fonte rinnovabile. La maledizione di Kyoto ottiene qualche risultato anche da noi, dunque, con una norma che dovrebbe risultare gradita ai contribuenti, poiché l'aliquota può scendere anche al di sotto del minimo di legge. Peccato che, incomprensibilmente, non sia possibile introdurre già dal 2008 l'apposita modifica regolamentare. Si dovrà attendere in ogni caso il 2009, posto che, nel frattempo, la norma non sia stata emendata. In realtà, il vero limite al successo di questa agevolazione è rappresentato dalla sua applicazione solo temporanea. Tre anni per gli impianti a energia solare, cinque per tutti gli altri. Obiettivamente, dove stia la convenienza ad installare impianti che costano, nella migliore delle ipotesi, qualche migliaio di euro (circa tremila euro per un impianto a pannelli solari termici, non meno di ottomila, per uno a pannelli solari fotovoltaici) al solo scopo di recuperarne qualche centinaia (se va bene) nell'arco di un triennio è davvero un mistero. Meglio sarebbe autorizzare i comuni (e in effetti di minori introiti sui bilanci locali stiamo parlando) a mantenere l'aliquota ridotta per un periodo almeno pari alla vita media dell'impianto, garantendo a chi lo ha acquistato la copertura di una quota del suo ammortamento fisico. I benefici d'imposta non si esauriscono qui, però. Ce n'è anche per le piccole e micro imprese, infatti. Le prime, notoriamente, sono quelle che occupano da 10 a 49 dipendenti e hanno un fatturato annuo inferiore a 7 milioni di euro o il loro bilancio non supera i 5 milioni di euro. Le seconde sono quelle che, indipendentemente dal fatturato o dal bilancio, occupano meno di 10 dipendenti. Le imprese di queste dimensioni che inizieranno una nuova attività economica nel quinquennio 2008-2012 in una delle cosiddette Zone Franche Urbane avranno diritto all'esenzione dall'ICI fino al 31 dicembre 2012, limitatamente agli immobili utilizzati per la stessa attività. Le ZFU sono realtà socio-economiche già sperimentate da anni in Francia, mentre da noi sono state introdotte solamente con la scorsa legge finanziaria (L. 296/2006). L'acronimo si riferisce a centri urbani degradati per i quali è necessario uno sforzo particolare di Stato, Regioni ed Enti locali al fine di garantirne un adeguato sviluppo. L'esenzione introdotta è geograficamente circoscritta dunque, e già garantita all'origine dalla legge. Non è peraltro altrettanto garantita la restituzione del minor gettito ai rispettivi comuni, non essendo prevista alcuna forma di compensazione. Probabilmente, tale assenza è voluta, avendo considerato il mancato introito come il prezzo che i comuni di riferimento devono pagare per la creazione di nuove attività economiche nelle aree più svantaggiate. Un'altra agevolazione, introdotta già con L. n. 431/1998 (aliquote ridotte per i proprietari che non lasciano sfitti i propri immobili), in questo caso lasciata alla discrezionalità di ciascuna amministrazione locale, risulta ora meglio definita. I comuni potranno, nel caso di specie, anche esentare tali immobili dal pagamento dell'imposta: le associazioni di categoria hanno ottenuto un altro successo, a quanto pare. Per ultima, giunge la indeducibilità dell'ICI come costo d'esercizio, al fine di determinare la base imponibile IRAP delle imprese commerciali (individuali, società di persone e di capitali, imprese di assicurazione e bancarie, altri enti commerciali). Ce n'è abbastanza per garantire un anno di lavoro a tutti coloro che masticano ICI ogni mattina.

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