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lunedì 31 dicembre 2007

Un anno in cifre: 2007 e altri numeri

A chiosa di 365 giorni febbrili, non ci resta che dare i numeri (senza un ordine stabilito, così come viene).
15.001 - Gli abitanti necessari, dal 1° gennaio 2007, per l’obbligo di nominare un collegio di tre revisori negli enti locali. Lo ha stabilito il comma 732 della L. 296/2006 che ha modificato l’art. 234 del TUEL. Il precedente limite era, come noto, di 5.000 abitanti. Su questo punto si è aperto un dibattito a tratti sterile: il collegio in carica decade immediatamente e si deve nominare il revisore unico oppure è necessario attendere la naturale scadenza del mandato collegiale? La prudenza consigliava di evitare revoche non esplicitamente previste e, soprattutto, a rischio di contenziosi con i professionisti a cui si toglie l’incarico senza giusta causa. Poi, suturando la ferita, il Ministero ha chiarito ogni dubbio: si cambia solo al termine del triennio.
175 - Uno dei più controversi commi della Finanziaria 2007. In realtà, rappresenta il pomo della discordia tra Ministero Economia e Finanze e Enti locali, poiché, abrogando la facoltà di riscossione in proprio dell’ICI ha innescato un meccanismo di panico, alimentato improvvidamente anche dalla nota interpretativa DPF del 1° febbraio. In più, resta aperto il nodo relativo all’utilizzo del modello F24, facoltativo da giugno ma prossimamente obbligatorio. I comuni ora, secondo il MEF, possono riscuotere direttamente, ma non possono impedire che il contribuente utilizzi il modello di delega agli istituti di credito. La salomonica conclusione, però, non mi convince.
300 - I nuovi posti messi a concorso nel 2007 per l’accesso all’albo dei Segretari comunali e provinciali. E’ il primo concorso dopo molti anni ed è una misura necessaria per adeguare il numero di segretari di ruolo al numero delle sedi vacanti, oggi in un rapporto quasi pari a una ogni due comuni. Da questo dato, in sè sconcertante, consegue la moltiplicazione delle convenzioni tra enti, che coinvolge anche comuni di dimensioni medio-grandi. Ma i segretari già in carica attendono soprattutto il rinnovo del loro contratto di lavoro, scaduto ormai nel lontano 2001. L'intesa è stata raggiunta, ma vigliacco se, oltre a sostanziosi ritocchi economici, si parla di restituire a questi funzionari un minimo di responsabilità amministrativa propria.
35.000 - I precari in forza nei comuni italiani. I dati sono del 2005 (Conto annuale del personale), ma fa impressione l’aumento sul 2004 (circa il 20%) e sul 2003 (circa il 25%). Un vero e proprio esercito di lavoratori tra i quali si trovano il laureato con incarico professionale specialistico e l’operaio assunto con un (molto meno articolato) contratto d’opera; l’impiegata che sostituisce una maternità e il funzionario incaricato a progetto. Per coloro che, tra questi, sono stati assunti attraverso una procedura selettiva pubblica, alle condizioni fissate dalla Finanziaria 2007 (comma 558), si è aperta la possibilità di una stabilizzazione. Ma l'andirivieni di norme consiglia gli enti di fare presto, prima che i portoni si richiudano.
100% - La percentuale di oneri di urbanizzazione che dal 2011, salvo successivo provvedimento legislativo e detratti gli accantonamenti di legge, potrà essere utilizzata per le spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale. Al contrario di quanto indicato nella circolare n. 5/2007 del Ministero dell’interno, è ancora vigente l’art. 49, c. 7, L. 27 dicembre 1997, n. 449 (Finanziaria 1998), mai abrogato, che testualmente recita: “7. I proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni (...), possono essere destinati anche al finanziamento di spese di manutenzione del patrimonio comunale.“ Lo so che dopo quella norma è entrato in vigore il TUEL, ma se non si riesce ancora ad andare d'accordo sulla vera natura di questa entrata, questo mi pare l'ultimo dei problemi.
5 - I giorni lavorativi entro il quale l’erario si è impegnato ad accreditare ai Comuni le somme versate dai contribuenti con il modello F24 a titolo di ICI. Da quest’anno, infatti, non è neppure necessaria una specifica convenzione tra Comune e Agenzia delle Entrate per riscuotere l'imposta. Le somme, inizialmente introitate dalla Tesoreria dello Stato, sono versate (giornalmente) da quest’ultima a favore delle tesorerie (se i Comuni gestiscono direttamente le riscossioni) oppure dei concessionari della riscossione: quanti ne hanno approfittato?
18 - I comuni che, il dato pare ormai ufficiale, hanno scelto di introdurre l’imposta di scopo. Una delle novità meno entusiasmanti della Finanziaria 2007 è stata così definitivamente seppellita dallo scarsissimo entusiasmo con la quale è stata accolta dalle amministrazioni locali. Di motivi per darle addosso ce n’era più d’uno. A partire dalla sua configurazione come addizionale all’ICI, per non parlare del vincolo imposto alle amministrazioni di iniziare l’opera in questione in tempi certi, pena la restituzione coattiva di quanto già incassato. Infine, e non è il demerito di minor rilievo, l’imposta avrebbe finanziato solo una quota dell’opera prescelta. Troppi elementi critici per farne innamorare i sindaci.
6,1 - In milioni di euro, è l’indebitamento a lungo termine che gli enti locali hanno contratto nel 2005. Pur registrando un calo anche vistoso rispetto ai dati dell’anno precedente (-14,4%), si tratta di un dato non incoraggiante, tenuto conto della tendenza generalizzata ad utilizzare sino in fondo il limite teorico, nuovamente incrementato nel 2007 (dal 12% al 15%). Questo fa presagire un nuovo incremento dei prestiti che, come alcune autorevoli voci della dottrina facevano notare, sono concessi dagli istituti di credito con estrema facilità, tenendo conto della quasi totale assenze per questi ultimi di rischio d’impresa: la delegazione sulle entrate correnti è infatti garanzia di copertura più che sufficiente.
2.388 - I comuni che, approfittando dello sblocco autorizzato dalla Finanziaria 2007, dopo quattro anni di attesa forzata, hanno incrementato l’aliquota opzionale dell’Addizionale IRPEF. Tali aumenti, che interessano una platea di quasi 25.000.000 di contribuenti, comporteranno a regime l’incremento del gettito complessivo di circa 800.000.000 di euro. A questi vanno poi aggiunti circa 80.000.000 di euro di maggiori introiti derivanti dall’ampliamento della base imponibile a seguito della nuova struttura di aliquote IRPEF e detrazioni, in vigore dallo scorso 1° gennaio. La cifra trucco è proprio quest'ultima: quanta più addizionale i comuni incasseranno, tanto più lo Stato ridurrà i propri trasferimenti correnti.
3 - L’articolo del decreto-legge n. 81/2007 che regola la determinazione dei minori trasferimenti statali a fronte del maggior gettito ICI dopo la riclassificazione degli immobili E e dei fabbricati rurali. Si tratta peraltro di un maggior gettito presunto, sul quale l’erario interviene introducendo una procedura di accertamento “fittizio” al quale dovrebbe seguire l’eventuale conguaglio nell’esercizio successivo, ad incassi completati e consolidati. Inoltre, lo sfasamento temporale degli incassi potrebbe determinare la necessità al ricorso all’anticipazione di tesoreria. Il decreto stabilisce, perciò, che, per un periodo massimo di 4 mesi, l’onere degli interessi passivi sullo scoperto sono a carico dell’erario: lo zuccherino che non addolcisce l'amara pillola dell'inganno.
10 - Gli enti per i quali sono state riscontrate irregolarità nelle comunicazioni sui contratti di finanza derivata trasmessi alla Ragioneria generale dello Stato. Il numero è considerato molto basso rispetto al numero, in aumento, dei derivati utilizzati dagli enti. In particolare, le comunicazioni sono state complessivamente un centinaio, relative a più di 200 contratti. La Corte dei conti, però, conferma che la dimensione del fenomeno deve costantemente essere osservata, tenuto conto che su un totale di debito a carico delle Regioni pari a 25 miliardi di euro, circa 10 miliardi sono stati “swappati”. La copertura dal rischio di tassi troppo variabili, dunque, è sempre più gradita, a patto di non generare anomale posizioni di alea finanziaria. Se lo dite a quelli di Report, magari vi dedicano una puntata...
2.082,23 - Gli euro che, in media, ciascun cittadino milanese versa ogni anno per imposte e tasse non erariali. E’ la cifra più elevata tra quelle riscontrate in tutte le città italiane e farebbe così ipotizzare una pressione fiscale locale elevatissima nel capoluogo lombardo (tenuto conto in particolare della media nazionale che si ferma a € 1.434,13). L’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre comprende peraltro, insieme alle vituperate ICI, Tarsu e Addizionali IRPEF, anche le maggiorazioni regionali sui consumi di carburante e l’IRAP sulle attività produttive. In questo modo, dunque, le valutazioni sul peso della fiscalità locale risultano distorte e rendono necessario uno scorporo dei tributi locali veri e propri, eliminando quelli la cui applicazione non dipende dal livello dei servizi erogati da Comuni, Province e Regioni.
13.491 - Gli immobili posseduti dalla Chiesa cattolica e agli enti ecclesiastici collegati destinati a: strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche e culturali. Sull’esenzione da ICI (oltre che sulle altre agevolazioni previste dall’ordinamento italiano, riguardanti l’IRAP e l’IRES) l’Unione europea ha aperto un’inchiesta che mira a raccogliere tutte le informazioni necessarie per stabilire se siano state violate le norme della libera concorrenza, attribuendo vantaggi non autorizzati agli enti che gestiscono attività commerciali in quegli edifici. Per l’ICI, ad esempio, a legislazione vigente, è sufficiente la presenza di un locale sia pur piccolo destinato ad attività religiose per far esentare l’intera struttura, anche se adibita a scopi commerciali.
3.000 - Il numero stimato per difetto, benché non accertato in modo definitivo, delle società partecipate dagli enti locali, secondo l’ammissione da parte del Ministero per gli Affari regionali. La mancanza di una banca dati aggiornata rende peraltro molto difficile il controllo sul rispetto della normativa. Il Ministero si è impegnato ad attivarla nelle prossime settimane.
200 - L’importo in euro della nuova detrazione ICI, interamente a carico del bilancio dello Stato e che si aggiunge pertanto a quella applicata dai comuni (importo minimo € 103,29; importo massimo € 256,45), secondo la legge finanziaria per il 2008. Si tratta di un importo massimo al quale possono aspirare i proprietari della casa di abitazione, purché non risiedano un castello. Il meccanismo si pone l’ambizioso obiettivo di contemperare le esigenze di equità con la necessità di abbattere il peso fiscale sulla prima casa. Si utilizzerà, infatti, un nuovo parametro, rappresentato dall’1,33 per mille del valore catastale dell’immobile, per arrivare alla soglia massima dei € 200 (si tratta di una detrazione pari a € 66,5 per ogni € 50.000,00 di valore immobiliare).
250 - L’importo massimo (in euro) della sanzione che potrà essere comminata alle amministrazioni pubbliche nel caso di ingiustificati ritardi nella conclusione dei procedimenti. Il disegno di legge sulla modernizzazione della P.A., già approvato dalla Camera dei deputati, si occupa di questa ed altre amenità. Oltre alla sanzione, il provvedimento prevede il risarcimento del danno ingiusto causato ai cittadini per l’inosservanza dolosa o colposa dei termini di conclusione dei procedimenti, nonché la riduzione della retribuzione accessoria del dirigente interessato, che potrebbe non vedersi riconoscere alcuna indennità di risultato. Nasce, inoltre, una fantomatica Commissione per la valutazione dei dipendenti pubblici.
22 - Il giorno del mese di novembre 2007 entro il quale, secondo, alcuni commentatori (tra i quali, autorevolissima, la sezione lombarda di controllo della Corte dei conti) i consigli comunali dovevano procedere inderogabilmente alla modifica degli statuti delle società partecipate per adeguare il numero massimo dei componenti i consigli di amministrazione. Ma la data è diventa l'oggetto di una tragicomica contesa ruotata attorno alla attribuzione o meno della natura di ‘regolamento’ al D.P.C.M. 26 giugno 2007, con il quale è stato fissato il limite dei due milioni di euro di capitale sociale versato oltre il quale i cda possono avere al massimo cinque membri. Un osservatore neutro ha dato, suo malgrado, la soluzione al quesito: il servizio documentazione delle Entrate indica l’entrata in vigore del decreto al 7 agosto. Chi ha aspettato il 22 novembre, ha agito con un termine già scaduto. Chi glielo dice alla Corte?
1 - La forma associativa che gli enti locali potranno mantenere tra consorzi, unioni di comuni e associazioni di comuni, per la gestione di servizi. Il testo previsto dalla Finanziaria 2008 è passato indenne all’esame della Camera, così, da domani, ciascun comune dovrà operare una dolorosa e difficile scelta per determinare a quale delle forme associative citate continuare a partecipare. La drastica limitazione non riguarderà la gestione dei rifiuti nè quella del servizio idrico integrato. Non è peraltro comprensibile il tono perentorio con il quale il legislatore viola in modo così palese l’autonomia degli enti locali, senza, tra l’altro, offrire una spiegazione organizzativa plausibile che non sia il solito generico richiamo alla razionalizzazione dell’uso di risorse.

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