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martedì 25 dicembre 2007

Presunto innocente (FL.it Awards 2007/2 - La sentenza dell'anno)

Per scegliere una sentenza rappresentativa di un intero anno amministrativo si potrebbe applicare il filtro della notorietà: pescare tra le decisioni che hanno affrontato i temi più popolari. In questo modo, nel 2007, tutto ciò che ha a che vedere con le società partecipate degli enti locali potrebbe fare al caso nostro. Oppure ci si potrebbe affidare a un criterio più empirico, armandosi di santa pazienza per sfogliare le decisioni in materia di tributi; talmente numerose e (spesso) contraddittorie, però, da rendere improbabile una scelta obiettiva. Spunta, dunque, all'orizzonte (Sentenza dell'anno) una decisione autunnale della Corte di Cassazione (Sent. 9 ottobre 2007, n. 23031) che, quatta quatta, azzera il contatore della popolarità e risponde a una più elementare richiesta degli operatori: che ce ne facciamo delle interpretazioni ministeriali? Motivazione: di fronte a un legislatore sempre più incerto, nonostante la produzione normativa non accenni a diminuire, blocca qualsiasi tentazione ministeriale di legiferare per circolari, circoscrivendone chiaramente i confini d'azione. Infatti, se a ogni nuovo testo di legge (sotto qualsiasi forma pubblicato) siamo costretti alle più ardite capriole per scovarne il senso più genuino. Se dobbiamo affidarci a un'artigianale chiamata a raccolta delle opinioni dei colleghi per estrarne una linea d'azione comune da adottare comunque senza alcuna protezione tranne che "l'unione fa la forza". Se, infine, è divenuto più frequente l'uso di chiedere alla sezione di controllo della Corte dei conti un parere sui dubbi più assillanti per noi e per gli amministratori che ci soffiano sul collo, la ragione sta nell'affidabilità traballante delle circolari e delle risoluzioni che i ministeri sfornano con encomiabile costanza. Ce le troviamo sul tavolo fresche di giornata, come i quotidiani e le uova. Dei primi conservano, talvolta, la caratteristica essenziale: il giorno dopo sono buone solo per incartare il pesce. Delle seconde, invece e più spesso, la capacità di realizzare frittate saporite. Le leggiamo comunque, perché i ministeri rappresentano pur sempre il braccio della legge. Gradiremmo però maggiore equilibrio, specie quando, incapaci di trattenere il proprio impeto rivoluzionario, i dicasteri indicano la loro via come fosse l'unica percorribile. Il recente caso del contributo erariale a sollievo dell'IVA sui servizi non commerciali, per fortuna risolto senza ulteriori danni, è emblematico di un metodo interpretativo che sceglie di prendere una posizione (il che è assolutamente legittimo) ma pretende che ad essa si uniformino tutti gli altri senza discussione (e senza alcun motivo giuridico). A questo andazzo dice basta la Corte di Cassazione. Circolari e risoluzioni sono manifestazioni di opinioni: autorevoli fin che si vuole, ma pur sempre opinioni. Cosicché, sgombrato il campo dal dubbio che una circolare possa essere autonomamente impugnata in un ricorso tributario, il giudice ricava dalla vicenda tre principi: 1) una circolare non vincola il soggetto alla quale è indirizzata, "che resta pienamente libero di non adottare un comportamento ad essa uniforme, in piena coerenza con la regola che in un sistema tributario basato essenzialmente sull'autotassazione, la soluzione delle questioni interpretative è affidata (...) direttamente al contribuente." 2) una circolare non vincola neppure gli uffici dello stesso ministero "gerarchicamente sottordinati" che possono disattenderla senza incorrere in conseguenze. Ciò perché la circolare potrebbe essere errata, e dunque violarla significherebbe rispettare la legge. Ma quand'anche fosse corretta, chi l'ha disattesa ha violato la legge, non la circolare. 3) Infine, la circolare non vincola "addirittura la stessa autorità che l'ha emanata, la quale resta libera di modificare, correggere e anche completamente disattendere l'interpretazione adottata." Continueranno, dunque, a piombare sulle nostre scrivanie, ma le guarderemo con meno assillo. Ritira il premio: Carlo Vaccari, del Dipartimento Politiche Fiscali del MEF, responsabile di alcune delle più frettolose risoluzioni del 2007 in materia di tributi locali.

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