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giovedì 27 dicembre 2007

Codice fiscale (FL.it Awards 2007/4 - L'articolo dell'anno)

D'accordo, rappresentano la nostra fonte d'informazione privilegiata e, che ci piaccia o no, ne dipendiamo spesso per orientarci su ogni sia pur piccola questione. E non abbiamo reali, consistenti alternative, purtroppo. Ci piacerebbe una maggiore vivacità del web, che in altri settori trabocca di iniziative (buone e meno buone, certo, ma sapremmo selezionare le prime e scartare le seconde), e che sugli enti locali invece ancora non insiste come dovrebbe, inspiegabilmente. Ma questa evidente situazione di vantaggio non può esimere la stampa specializzata (soprattutto quella quotidiana) dall'applicare un setaccio fine a dati e comunicazioni prima di pubblicarli. Se quest'ultima è una regola d'oro del buon giornalismo in senso lato, per quale motivo non deve essere applicata anche per le autonomie locali? Eppure ciò è accaduto (accade) con preoccupante frequenza e a farne le spese è, prima di tutto, la nostra certezza di agire secondo le regole della buona amministrazione. Vatti a fidare, poi, di chi sostiene che quella norma dice una cosa prima ancora di aver verificato che, in effetti, ne dice una assolutamente differente. Così, anche i FL.it Awards devono premiare l'Articolo dell'anno, per dare evidenza a ciò che vorremmo fosse informazione seria e, tuttavia, troppe volte non lo è. L'alloro, quest'anno, tocca a un pezzo apparso nella scorsa primavera sullo Struzzo giallo, a firma di Marco Bertoncini (L'ici si trasforma da imposta patrimoniale in personale, ItaliaOggi, venerdì 13 aprile 2007). Nelle centinaia di articoli che abbiamo letto durante quest'annata, un filo rosso ha spesso legato gli interventi dei più diversi autori: il destino dell'ICI. Da quando, infatti, il codazzo di politici in vena di farsi pubblicità a poco prezzo sull'argomento si è fatto lungo come la transiberiana, si è aperta una pubblica tenzone con l'unico obiettivo di spararla più grossa degli altri. Si è passati così dall'impeto abolizionista di qualcuno alla riduzione mirata sull'abitazione principale, passando per un'eventuale soglia di reddito invalicabile e fermandosi, come ognuno sa, al vincolo della categoria catastale. Ognuno ha detto la sua, compresi i comuni. Questi ultimi però non hanno avuto il privilegio di essere consultati sulle modalità concrete di applicare le agevolazioni. Motivazione: epitome di una categoria di pensiero molto in voga, il pezzo prescelto si iscrive nelle file di coloro che ritengono superfluo coinvolgere gli enti impositori, perché questi ultimi, in definitiva, applicano l'ICI con (sic) "la celata finalità di fatto espropriativa dell'immobile". L'autore sintetizza in poche cartelle la posizione pressapochista secondo la quale l'autonomia fiscale degli enti locali (anche nella versione garantista e limitata, attualmente in vigore) è comunque un errore perché significa liberare la perversa fantasia degli amministratori comunali. L'imposta non riguarda più il bene ma l'utilizzatore e dunque si applicano agevolazioni con riferimento "alle condizioni personali del proprietario o possessore: convivente, anziano, in via di sposarsi, malato, emigrato, e via via con le più bizzarre caratteristiche, compresa quella di abitare nei numeri pari anziché dispari, di risiedere in montagna anziché in collina, di addobbare i balconi con fiori anziché lasciarli nudi (testuale)". In realtà, ciò che preoccupa l'autore è il fatto che l'ICI ancora non sia stata abrogata. Nella "giungla inestricabile" (citazione di Visco) delle aliquote comunali, secondo Bertoncini, non ci si raccapezza più. Ma che vuol dire? Che al proprietario di Sulmona interessi quali aliquote applicano a Siracusa è un'invenzione di sana pianta. Piuttosto, perché far finta di non vedere che, con le agevolazioni introdotte dai comuni, il peso di un'imposta comunque difficile da digerire è stato distribuito meglio di quanto farà dal 2008 lo Stato? Ritira il premio: Franco Bechis, direttore dello Struzzo giallo. Pubblica settimanalmente un inserto dedicato ai problemi di comuni e province, ma tradisce la sua scarsa vocazione amministrativa dando maggiore rilievo agli strali anti-fiscalità locale.

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