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lunedì 5 novembre 2007

Tara

"Francamente, me ne infischio!" Con la spavalderia di un vecchio divo di Hollywood, la sterminata categoria degli amministratori pubblici fa quadrato e, come da copione, cancella dalla sceneggiatura della Finanziaria 2008 le battute scomode. Quelle che avevano fatto gridare al miracolo, alla rivoluzione copernicana, al salto di qualità. Appunto. Fino a qualche giorno fa sopravvivevano nel testo del disegno di legge proposto dal Governo disposizioni che avrebbero ridimensionato gli organi consiliari comunali e provinciali, riducendone i membri del 20% (ovviamente a partire dalla prima legislazione utile) secondo le fasce demografiche di appartenenza. In un soprassalto d'orgoglio bipartisan, oggi, al Senato che comincia la discussione sul testo emendato, di quel taglio non v'è più traccia. Intendiamoci, siamo gli ultimi a ritenere indispensabili queste misure per il risanamento delle finanze pubbliche. Troppo spesso invocati, tutti i provvedimenti di questa natura finiscono per affogare in un mare di qualunquismo che lascia esattamente le cose come stanno. Però, almeno in questo caso, è ironicamente significativo che, per giustificare la protesta, la principale associazione di categoria metta sul tavolo la carta dell'inopportunità: per approvare norme ordinamentali serve una legge 'ad hoc', non la Finanziaria. Fatto salvo il principio, condivisibile ma nel tempo spesso dimenticato, resta il fatto che i risparmi previsti, ora bisogna cercarli da un'altra parte e certamente non è rintuzzando i consiglieri che si sarebbero messi in discussione i 'delicatissimi' equilibri politici locali. Per salvare la faccia, comunque, si conserva il previsto taglio degli assessori, il quale, tuttavia, risulterà meno significativo di quanto stimato per gli organi consiliari perché, mentre lì si riduce un numero prefissato, qui si abbassa un tetto massimo di nomine, entro il quale è sempre possibile giocare. Tra le norme scomparse, poi, non va dimenticata quella sulle circoscrizioni che, eliminate praticamente in tutti i comuni tra i 30.000 e i 100.000 abitanti, avrebbe determinato un risparmio di qualche decina di milioni di euro e, appunto, una vagonata di consiglieri senza più scranno. Detto dell'impossibilità di pretendere una riforma dagli stessi soggetti che ne subirebbero le conseguenze, va anche sottolineato che quando si tratta, in generale, di togliere risorse agli enti non si va mai tanto per il sottile. Vi ritrovate improvvisamente con qualche consigliere in meno e già fate i conti delle laute somme nuovamente a disposizione per il prossimo bilancio di previsione. Fate con calma, contatele bene. E, subito dopo, scordatevele. Mica si regalano così facilmente gli euro in Pattolandia. Tanti gettoni di presenza in meno, tanti trasferimenti ordinari che se ne vanno. Un meccanismo oliato e infallibile, che funziona sempre nello stesso senso. E' una pellicola più scorrevole, senza intoppi, quella che si proietta in questi giorni a Palazzo Madama. Peccato che il film, ora, abbia cambiato genere: fino a ieri, drammatico, oggi, irrimediabilmente tragicomico.

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