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giovedì 12 luglio 2007

Nel centro del mirino

L'IFEL (fondazione gestita da ANCI, costituita da poco più di un anno sulle ceneri dell'estinto consorzio ANCI-CNC) ha appena reso pubblico il primo rapporto su "La manovra finanziaria 2007 dei Comuni". Centoquaranta pagine corpose ma soprattutto ricche di informazioni che, in prospettiva di un aggiornamento annuale, soddisfano una sete mai veramente sazia di numeri e dati. La completezza del rapporto merita un'analisi delle singole porzioni per assaggiare la torta azzeccandone gli ingredienti. Ci vorrà qualche giorno (e qualche pagina) per valutarne appieno il senso. Adesso, invece, vorrei dedicare una ventina di righe all'iniziativa in sé, allo sforzo di racchiudere in un unico documento gli argomenti necessari a inserire nella giusta prospettiva la finanza locale e l'economia nella quale è amministrata. I padrinaggi politici mi interessano molto poco, in questo caso. Non siamo di fronte a un documento di parte (nel senso di pro o contro il governo statale). Il fatto che un'indagine di questo livello nasca sotto l'egida dell'ANCI può essere rilevante sotto un altro profilo: quello dell'eventuale monopolio dell'associazione di comuni più potente (per mezzi e influenza) nell'interpretazione dei dati economici e finanziari degli enti locali. E' un rischio inevitabile perché, ad oggi, solo ANCI si è fatta carico di sistematizzare nel quadro macro-economico nazionale le variabili più rilevanti della finanza locale. Casomai una tiratina d'orecchi si potrebbe fare all'istituto statistico nazionale che, per mission istituzionale, dovrebbe elaborare periodicamente i dati locali e pubblicarli con una frequenza più elevata di quella attuale, esageratamente ridotta. E neppure troppo analitica. Solo per fare un esempio, la recente analoga ricerca promossa appunto dall'ISTAT è sostanziosamente più frammentaria e comunque non raggiunge il livello di completezza proposto da IFEL. Torno così al significato del lavoro di quest'ultimo. L'aspetto più di interesse mi pare proprio quello della sua ripetibilità. La certezza che, nel tempo, i dati pubblicati oggi non saranno cristalizzati. Non prenderanno polvere (virtuale) nel nostro hard-disk. Tutto un altro paio di maniche, invece, è l'uso che ne dovremmo fare. Non è una lettura da comodino, questo è sicuro. Ma una raccolta di dati così ponderosa ha il valore di un'enciclopedia. Andrebbe consultata ogni tanto, per migliorare la qualità di pareri e relazioni che a intervalli regolari dobbiamo preparare, per indicare soglie di riferimento alle statistiche che riguardano il nostro ente, per non dimenticare che il bilancio locale è più ampio dei suoi confini territoriali. Invece, mi pare, di quest'ultimo aspetto si dimenticano soprattutto i Ministeri ai quali facciamo riferimento, i quali raccolgono da noi informazioni a go-go, ma puntualmente non ne restituiscono neppure una che sia appena un poco elaborata. Le sintesi del rapporto che in questi giorni appaiono sulla stampa specializzata ci forniscono un breve assaggio dei contenuti dell'indagine. Per pigrizia, di solito, non proviamo neppure a cercare il documento completo. Stavolta, invece, non mi lascerei sfuggire l'occasione.

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