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venerdì 27 luglio 2007

Limite verticale

Un caso concreto, una risposta autorevole, un dubbio amletico. Il caso concreto. Un comune intende bandire un concorso interamente riservato al personale interno per coprire un posto di Agente di polizia locale. Vorrebbe che a partecipare fossero legittimamente ammessi i dipendenti appartenenti alla categoria immediatamente inferiore (B3) a quella messa a concorso, non in possesso di titolo di studio idoneo e che finora hanno svolto esclusivamente mansioni di messo comunale e accertatore anagrafico. La risposta autorevole. Il quesito è stato sottoposto al Ministero dell'interno, Dipartimento per gli affari territoriali. Il Ministero premette che, dopo l'entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale, i c.d. concorsi interni non sono più ammessi. Ora, evidentemente, si può intraprendere la strada della selezione per la progressione verticale del personale interno alla categoria superiore. E' necessario, peraltro, che l'ente si doti di un regolamento che disciplini nel modo più dettagliato possibile le procedure per espletare le selezioni da una categoria all'altra. In ogni caso, precisa il Viminale, poiché la copertura di posti vacanti in dotazione organica deve essere programmata con specifico atto dell'organo esecutivo, in quella deliberazione, a cadenza annuale, dovrà essere indicata la percentuale di copertura con progressioni verticali insieme a quella con concorsi pubblici. La Corte costituzionale ha stabilito già nel 2002 che quest'ultima percentuale non può essere inferiore al 50% dei posti previsti in ciascuna categoria, limitando così in modo chiaro il ricorso alle progressioni, ricordando nel contempo che l'accesso all'impiego nelle amministrazioni pubbliche avviene tipicamente con concorso pubblico. Inoltre, è possibile consentire al personale interno di partecipare a selezioni di questa natura anche quando non è in possesso del titolo di studio previsto per l'accesso dall'esterno, purché abbia maturato nella categoria immediatamente inferiore un certo numero di anni di servizio (stabilito dal regolamento). Fatta questa premessa il Ministero precisa che l'art. 4, c. 2, del CCNL 31 marzo 1999 stabilisce: "2. Gli enti che non versino nelle condizioni strutturalmente deficitarie ai sensi delle vigenti disposizioni procedono alla copertura dei posti vacanti dei profili caratterizzati da una professionalità acquisibile esclusivamente dall’interno degli stessi enti con le medesime procedure previste dal presente articolo." A partire da questa considerazione, la risposta alla richiesta del Comune è negativa perché, si sostiene, "il profilo del vigile urbano si caratterizza per particolari e specifiche funzioni, che richiedono approfondite conoscenza monospecialistiche, la cui base teorica di conoscenza è acquisibile con la scuola superiore e con un grado di esperienza pluriennale in continuo aggiornamento." Quindi, un dipendente che non ha il diploma di scuola media superiore e ha svolto solo funzioni di messo non ha diritto a partecipare a una selezione interna per diventare agente di polizia municipale. Il dubbio amletico. L'argomentazione del Ministero sembra inattaccabile. E però non convince completamente. Sebbene per partecipare a un concorso pubblico per Agente di Polizia locale sia necessario il diploma di maturità, è altrettanto vero che, a differenza, ad esempio, del posto di Geometra oppure di Ragioniere, non è richiesto uno specifico titolo di studio. In linea di principio, non vi sono limitazioni (di legge o contrattuali) che impediscano a chi possiede il diploma di scuola media inferiore e un'anzianità di servizio congrua di partecipare alla selezione interna. Inoltre, se il regolamento è dettagliato (perché non dovrebbe?) e le prove effettuate in modo serio (perché non dovrebbero?), accertare le competenze del personale interno a coprire quel posto è sicuramente possibile. In tutti i regolamenti che mi è capitato di leggere (di piccoli come di grandi enti) non ho mai incontrato una norma che facesse eccezione alla regola generale per la Polizia locale: o il diploma specifico è previsto per legge (e allora non si può partecipare) oppure non lo è (e dunque si può partecipare se c'è l'anzianità di servizio sufficiente). D'altra parte, contrattualmente, nessun Agente oggi è inquadrato in una categoria inferiore alla C. Ciò fa ritenere che, se il Ministero ha ragione, nessun dipendente in categoria B3 potrà mai accedere dall'interno a un posto di Agente di P.L., essendo impossibile acquisire internamente le specifiche competenze. Il drastico 'no' del Viminale mantiene tutta la sua ambiguità e, per me, il dubbio resta.

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