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lunedì 18 giugno 2007

Le mani nella marmellata

Ora che nessuno più dubita della definitiva affermazione della magistratura contabile come principale attore del controllo sulla gestione degli enti locali, sarebbe necessario un deciso passo indietro da parte di tutti i comprimari che da posizioni diverse chiedono ai comuni durante tutto l'anno finanziario l'invio (quasi sempre in via esclusivamente telematica, ma non necessariamente, pensando ai certificati al bilancio di previsione e al conto di bilancio) di una copiosa messe di dati sull'utilizzo dei quali cala dopo poco una coltre di nebbia fittissima, sollevata di quando in quando dalla notizia, ad esempio, che l'ISTAT ha pubblicato un'indagine sui rendiconti di comuni e province (ora è disponibile quella relativa ai consuntivi del 2005). Le indagini che tutti questi numeri possono produrre sono pressoché infinite. Al contrario, purtroppo, ciò che negli uffici degli enti è vissuto come un lungo susseguirsi di duplicazioni, dall'altra parte, quella ricevente, non c'è alcuna intenzione di mettere a disposizione in tempi ragionevoli e soprattutto senza disperderli in una miriade di siti i dati trasmessi periodicamente. Nessuno in sostanza si è mai posto il problema di realizzare un portale statistico degli enti locali che, proprio a partire dall'oceano informativo di cui i vari ministeri dispongono, sia in grado di offrire non solo un quadro preciso delle realtà comunali e provinciali, ma costituisca il termine di paragone per costruire un benchmarking del quale sino ad oggi si sono fatti promotori solo alcuni enti volonterosi e nell'ambito di specifiche realtà territoriali (mi riferisco, in particolare, all'Emilia-Romagna, da sempre all'avanguardia nello sviluppo del controllo di gestione a livello locale). Sembra quasi si abbia il timore di scoprire che tutte le informazioni accumulate nel corso degli anni, e che si arricchiscono ad ogni nuova Finanziaria di altre incombenze, sono finalmente utili, fruibili, addirittura indispensabili per analizzare i fenomeni più rilevanti della finanza locale. Eppure, credo, gran parte degli operatori, per quanto oberati dall'incessante ritmo delle scadenze di ogni giorno, sarebbero ben felici di consultare un sito dal quale ricavare informazioni costanti e aggiornate sui principali aggregati comunali e provinciali. Anche l'ISTAT dovrebbe fare la sua parte, non limitandosi a pubblicare un sintetico resoconto che, per quanto interessante nel guazzabuglio di indifferenza al quale siamo usi, per sua natura, estrapola i dati principali ma non consente elaborazioni personalizzate spaziali e temporali. La Commissione tecnica per la finanza pubblica (commi 474-479, Finanziaria 2007) di questo, tra l'altro, dovrebbe occuparsi. Ma che fine ha fatto?

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