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lunedì 25 giugno 2007

Il conto della serva

Sono davvero maturi i tempi per una comunicazione di approfondimento tra Amministrazione locale e cittadino? Voglio dire, se dal vostro municipio cominciassero a diffondersi documenti dettagliati ma chiaramente leggibili sul lavoro svolto da Giunta e Consiglio, avrebbero successo? Me lo chiedo, perché per quanto sia convinto che il traguardo della rendicontazione sociale è uno dei più ambiziosi e allo stesso tempo gratificanti che un'Amministrazione possa porsi, resto tuttavia scettico sull'accoglienza che un documento del genere (con tutte le sue complessità) riceverebbe. Nella recente tornata elettorale locale, anche il paese dove risiedo è andato al voto. Delle quattro liste in lizza, solo una aveva inserito nel suo programma (nella forma estesa, da affiggere all'albo, ma anche nei volantinaggi sintetici pre-elettorali) una serie di iniziative volte ad aumentare (innanzitutto) e migliorare (in tempi comunque brevi) la comunicazione con i cittadini: sotto forme variegate, dal più classico dei notiziari comunali (di cui nel mio comune si è persa traccia negli ultimi cinque anni) al più moderno (e non visitatissimo) sito internet. Con l'obiettivo di frenare l'inesorabile declino della popolarità dell'amministrazione per eccellenza, è vero. Ma anche per dire: le risorse che sotto forme diverse ci avete consegnato, sono state gestite così. Dovrebbe essere un imprescindibile momento periodico in qualsiasi mandato elettorale. La lista in questione ha raccolto (per una serie di altri motivi, certo) uno sconfortante quarto posto. L'insistenza sulla comunicazione forse non c'entra, però è vero che non ha fatto la differenza; che, tutto sommato, poco importa al residente medio se la Giunta ti dice come spende i tuoi soldi, basta che di tasse me ne faccia pagare il meno possibile. Ho il sospetto, insomma, che il bilancio sociale sia proponibile solo a un pubblico selezionatissimo, abituato alla buona amministrazione da tempo immemore e dunque uso anche a un rapporto meno impersonale ed egoista con i propri rappresentanti (non per niente, sono alcuni grandi comuni i pionieri della rendicontazione sociale, insieme a una fetta importante del centro Italia più illuminato). Proporlo in modo generalizzato, forse, è energia sprecata. Ora, anche l'Osservatorio per la Finanza e la Contabilità degli enti locali ha realizzato un interessante vademecum per produrre un bilancio sociale coi fiocchi. Ne parleremo tra qualche giorno, con maggiore dettaglio, perché lo merita. Siamo proprio sicuri che, mediamente, ce lo meritiamo noi?

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