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giovedì 21 giugno 2007

I lanzichenecchi

E' vero che, quando c'è di mezzo il vil denaro, vale sempre il noto motto: "Franza o Spagna, purché se magna." Però qualcuno dovrà pure offrire una spiegazione più articolata di un'affermazione come la seguente (pronunciata dal Ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta): "L'autonomia degli enti locali non viene in alcun modo limitata dagli sgravi (sull'ICI relativa all'abitazione principale, NdR)." Anche perché pare che la rappresentanza dei sindaci d'Italia convenuta in Puglia per l'assemblea nazionale dell'ANCI non abbia battuto ciglio, forte della garanzia che a fronte del mancato gettito l'erario erogherà una quota integrativa di compartecipazione all'IRPEF. Siccome questa soluzione è stata fin dall'inizio l'unica plausibile (per quanto poco condivisibile), dato che il bla-bla ininterrotto di ministri, sottosegretari e, financo, presidenti del Consiglio sempre lì puntava, alla mossa d'effetto, allo scatto in avanti per bruciare lo starter, ora prendiamo atto che il punto di partenza nel disegno di legge è: detrazione ICI elevata sino a € 300. Però non capiamo lo stesso. Il do ut des messo a punto da Palazzo Chigi è puramente monetario. Dove starebbe dunque la conservazione dell'autonomia (tributaria, va da sé) dei Comuni? Una volta scomparsi dal quadro dei soggetti passivi tutti i contribuenti che rientrano in quella fascia di esenzione, resta agli enti il compito di applicare l'unica aliquota rimasta, quella ordinaria, perdendo per strada qualsiasi velleità di redistribuire meglio il carico fiscale. Non c'è bisogno di ricordare, infatti, che l'unica elasticità attribuita all'addizionale IRPEF è una sola soglia di esenzione (e chi può garantire che nella prossima Finanziaria non sia più confermata?). Nell'indistinto mare di coloro che beneficeranno del vantaggio così generosamente elargito, troveranno spazio dunque nuclei familiari di dimensioni e condizioni reddituali diverse. L'unico parametro per giudicare l'ammissibilità a partecipare alla spartizione del bottino sarà dunque la rendita catastale. Un po' poco, come politica redistributiva. Ripropongo dunque una modesta proposta per rendere davvero veritiera l'affermazione del Ministro, inutilmente purtroppo: rendere integralmente detraibile dall'IRPEF l'ICI sull'abitazione principale, lasciando così all'autodeterminazione dei comuni (i quali nel frattempo avranno anche acquisito le funzioni catastali, ironia della sorte) la scelta più opportuna sulla misura dell'aliquota, delle detrazioni e della soglia di esenzione. Peccato che, in questo modo di operare, ci sarebbe poco spazio da dedicare alla propaganda, che tutto assorbe e livella.

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