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venerdì 15 giugno 2007

Gli spietati

Confermando la celerità già osservata pochi mesi fa per le Linee guida sui bilanci di previsione 2007, con la pubblicazione di quelle sui rendiconti 2006 di Comuni e Province la Corte dei conti chiude il cerchio della fase preliminare dei controlli economico-finanziari. Come già nello scorso mese di aprile, la patata passa (ed è un tubero che scotta sul serio) ai revisori di ciascun ente. La struttura dei questionari approvati quest'anno non si discosta clamorosamente da quella del 2006 per i rendiconti 2005. I doverosi aggiustamenti successivi alla concreta esperienza delle sezioni regionali ha prodotto un documento, come sempre nelle versioni standard (per comuni sotto i 5.000 abitanti) e extra-large (per tutti gli altri), dal quale la magistratura dovrebbe ricavare informazioni sufficienti esercitare quel ruolo di auditing semi-ufficiale che preluderà (forse) a un nuovo controllo sistematico della gestione negli enti locali. Diciamo dovrebbe, nel senso che tutte le informazioni richieste costituiscono ragionevolmente un insieme esauriente ma non esaustivo della situazione al 31 dicembre 2006. In questa fase, però, non è pensabile chiedere alla Corte un lavoro di fino su ciascun atto amministrativo di rilevanza contabile. Anche perché, in caso contrario, avremmo già impacchettato un nuovo sistema di controlli che oggi nessuno si sbilancia a predire. Nel dettaglio, rispetto allo scorso anno, i questionari più numerosi (i comuni sotto i 5.000 abitanti rappresentano pur sempre quasi l'80% del totale) propongono alcuni approfondimenti. I quesiti preliminari, innanzitutto, sono più numerosi: per tener conto di eventuali correttivi ai preventivi 2006 già richiesti dalla Corte, di carenze documentali nella proposta di rendiconto, di movimentazioni sui residui passivi del Titolo II contabilizzate correttamente, di eventuali debiti fuori bilancio e delle loro modalità di finanziamento. Nella seconda sezione il questionario approfondisce i risultati della gestione 2006. Al punto 1.1 (Risultato della gestione di competenza) non è più richiesto di indicare l'avanzo applicato, comunque da indicare (distinto per titolo di destinazione) nel prospetto analitico al punto 1.2. Quest'ultimo, ora, è completato da un'analisi pluriennale, dovendosi mettere a confronto gli ultimi tre esercizi chiusi. Una nota in questo prospetto fa sorgere il dubbio che qualche revisore abbia indicato lo scorso anno tra le Spese per rimborso prestiti (quota capitale) anche (udite, udite) l'importo dell'anticipazione di cassa. Meglio, dunque, precisare. Anche del risultato di amministrazione e dei debiti fuori bilancio è richiesto un confronto temporale tra gli anni 2004, 2005 e 2006 per evidenziarne l'evoluzione. Appaiono anche i servizi per conto di terzi, dei quali si chiede un riepilogo dettagliato di impegni (e accertamenti) negli ultimi due anni. Dopo la Finanziaria 2007, l'attenzione della Corte si concentra anche sulle partecipazioni dell'ente locale (società di capitali, istituzioni, aziende). Per questi organismi si richiede un riepilogo delle spese sostenute dal Comune nonché la conferma o meno che abbiano approvato il bilancio d'esercizio. Ancora più rilevante è il doppio schema dove devono essere indicati gli interventi finanziari del Comune per ripianare eventuali squilibri gestionali. Nell'ultima parte del questionario, la Corte si sofferma sulla gestione dell'indebitamento: da quest'anno è compresa una sezione per indicare gli eventuali strumenti di finanza innovativa utilizzati dall'ente. Fa capolino anche la spesa per il personale, in conseguenza della verifica sul rispetto di quanto stabilito dalla Finanziaria 2006 (ricordate il risparmio dell'1% sulla spesa del 2004?). Sull'efficacia delle informazioni richieste si pronuncerà a tempo debito la stessa Corte, dopo aver effettuato i rilievi del caso. Resta, come per i questionari sui preventivi, il monito ai revisori di fare presto. Una volta che le sezioni regionali avranno indicato la data ottimale per l'invio dei questionari, sarà bene rispettarla. In caso contrario, scatterà la mannaia della censura da parte della Corte, che potrebbe addirittura chiedere ai consigli di rimuovere i professionisti reticenti.

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