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lunedì 2 aprile 2007

Termine di paragone

Un simpatico lapsus di Arturo Bianco nell'editoriale del numero 13 di Guida agli enti locali (31 marzo 2007) sottolinea con involontaria ironia (ricordando il decreto che sposta ad aprile la data ultima per approvare la programmazione del 2007) che nessuno ormai ricorda più quando è stata l'ultima volta che un termine di legge per l'approvazione del bilancio non ha subito proroghe. Per Bianco il calcolo raggiunge 27 anni. Solo che li fa decorrere dalla L. 142 che di anni ne ha "solo" diciassette. Poco male. Lo sconcerto per questa cattiva abitudine val bene un decennio in eccesso. Nel pezzo si dice che ogni anno ha avuto il suo rinvio termini. Se non sbaglio, invece, proprio nel 1991 nessuno osò toccare il termine del 31 ottobre per approvare il bilancio di previsione del 1992. La regola è diventata eccezione e viceversa, insomma. Il discrimine è notoriamente rappresentato dalla Legge finanziaria, scoglio insormontabile per ogni Parlamento, da sempre infarcita di ogni norma concepibile e dunque indispensabile per approvare bilanci quantomeno attendibili. Tanto vale allora tornare ai tempi pre-142 nei quali i preventivi erano approvati nello stesso periodo dei consuntivi. A forza di spendere solo in dodicesimi fino a giugno, vuoi vedere che non ci sarebbe più un comune fuori dal patto di stabilità.

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