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mercoledì 11 aprile 2007

Inutili complicazioni

Da quando fu introdotto, molti anni fa, ormai, il modello di dichiarazione dei redditi più noto con il nome di mod. 730 è diventato il più utilizzato dai contribuenti italiani. La sua capacità di affascinare un pubblico normalmente restio ad apprezzare le acrobazie lessicali contenute nelle chilometriche istruzioni di compilazione sta tutta in quella formuletta magica che permette al lavoratore di vedersi accreditato in busta paga il credito IRPEF dell'anno precedente. Attendere i biblici tempi delle liquidazioni ordinarie, infatti, ha sempre rappresentato il tipico scoglio burocratico sul quale si infrangevano le residue speranze di un fisco amico, o almeno non manifestamente ostile. Così, dopo anni di crescente successo, il 730 si è finalmente attrezzato per accogliere la madre di tutte le imposte: l'ICI. Nel modello approvato per la dichiarazione da presentare entro il prossimo maggio a uno dei CAF abilitati è stato inserito il quadro I. Sarà così finalmente possibile compensare il credito IRPEF con il debito ICI (eventualmente anche solo per un importo parziale) e assolvere senza ulteriori code agli sportelli postali il proprio dovere di diligente debitore (per la verità resta comunque il passaggio dell'F24, da presentare obbligatoriamente a banche o uffici postali benché con saldo zero; ci si risparmia peraltro un esborso particolarmente sgradito). Come spesso accade, però, la bontà dell'idea (un concreto manifestarsi della c.d. semplificazione) è sminuita dalla scarsa attenzione agli aspetti più pratici che si presentano di fronte al contribuente. Stavolta, il punto critico riguarda il caso dei coniugi che decidono di presentare la dichiarazione congiunta. In questo caso, come è noto, i debiti reciproci si uniscono per beneficiare dei crediti reciproci e determinano un unico importo da riscuotere che il datore di lavoro di uno dei due coniugi provvede ad accreditare nella busta paga di luglio. Pare, invece, che questo non si possa fare per l'ICI. A pagina 39 delle istruzioni è detto molto chiaramente che "In caso di presentazione della dichiarazione in forma congiunta, i coniugi possono scegliere autonomamente se ed in quale misura utilizzare il credito risultante dalla propria dichiarazione per il pagamento dell’imposta comunale sugli immobili dovuta per ciascuno di essi; conseguentemente, non è consentito utilizzare il credito di un coniuge per effettuare il pagamento dell’Ici dovuta dall’altro coniuge." Quale sia il motivo di tale impedimento, non si sa. Anche perché l'operazione di compensazione non priverebbe comunque il comune dell'ICI dovuta dal coniuge che ne chiede la compensazione con l'IRPEF a credito dell'altro coniuge. Se la facilitazione ha un senso, dovrebbe funzionare in modo completo. In questo modo una buonissima intenzione rischia di essere sottoutilizzata. C'è almeno una ragione tecnica insuperabile che non permette questa apparentemente semplice operazione? Non credo che il Ministero intenda dare spiegazioni in questo senso. E' un quesito che, a questo punto, giro volentieri a chi mi legge, per togliermi (e togliere a tutti i potenziali utilizzatori) un dubbio secondo me da risolvere.

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