Too Cool for Internet Explorer

mercoledì 18 aprile 2007

Interrompiamo le trasmissioni

Tecnologia informatica ed enti locali sono una di quelle strane coppie che pare si trovino benissimo insieme, ma che, da un giorno all'altro, si sciolgono, talvolta definitivamente, forse solo per una necessaria pausa di riflessione. Di certo, finché il rapporto dura, la frequenza dei litigi è elevatissima. Quali sono allora i motori di questa perenne attrazione fatale, sempre in bilico tra passione sfrenata e delusione cocente? Non c 'è dubbio che la diffusione di internet abbia prodotto negli ultimi anni uno stravolgimento nel rapporto tra macchina e dipendente pubblico. Tutti coloro che, prima dell'avvento del web, smanettavano sui propri pc con risultati più o meno brillanti, si sono improvvisamente trovati in mano la gallina dalle uova d'oro. Una miniera infinita di soluzioni (quasi) pronte per l'uso, pescate qua e là nella rete tra quelle già adottate da altre più efficienti amministrazioni. Questo positivo rimbalzo di conoscenze ed esperienza rappresenta (con tutti i limiti che derivano dall'apprendimento autodidatta) il maggior dividendo dell'era internet. Molto più che non la stessa posta elettronica che si aggiunge senza sostituirla alla ordinaria trasmissione cartacea. Le indagini periodiche sullo stato dell'informatizzazione negli enti locali, però (ultima quella pubblicata oggi sul Lenzuolo rosa, il secondo rapporto Aitech - Assinform sull'utilizzo delle tecnologie avanzate nella pubblica amministrazione), non si soffermano su questo aspetto estremamente pratico, preferendo concentrarsi sulle questioni più prosaiche della spesa per attrezzature. Le sirene del rinnovamento di un parco hardware perennemente a rischio obsolescenza suonano ogni giorno, se proprio vogliamo dire tutta la verità. Sospetto che in tutta questa agitazione sguazzino per bene coloro che offrono pc a buon mercato, ma che troppo rapidamente invecchiano (anche perché spesso si rompono). I dati dicono che il ricorso alle gare ad evidenza pubblica è limitato, tanto che suona l'allarme di un pregiudizio serio al regime di concorrenza (con buona pace della Consip), violata costantemente per assegnare gli appalti di fornitura alle società partecipate o controllate dalle stazioni appaltanti. Sembra, inoltre, che le Regioni spendano, proporzionalmente, decisamente più quattrini dei comuni, anche se risultano molto meno collegate a internet degli altri enti locali. In ogni caso, la spesa cresce. Non altrettanto la razionalità delle scelte conseguenti. Maggiore tecnologia dovrebbe significare tempi di lavoro certi e più ridotti per l'espletamento di qualsiasi iter amministrativo. Se, tuttavia, l'informatizzazione aumenta l'efficienza interna, non altrettanto si può affermare per quella rivolta verso l'esterno e così pare che il cosiddetto front-office (il rapporto con l'utenza) soffra ancora di pesanti arretratezze. Non è solo colpa degli enti locali. La responsabilità di questi ultimi nasce dall'improvvisazione con la quale ci si avvicina all'organizzazione informatica degli enti. Comprare spesso hardware e software per restare al passo con i tempi non è sinonimo di efficienza: la carenza più macroscopica sta nell'organizzazione di quel ben di dio. Sulle altre amministrazioni, invece, ricade il resto della responsabilità. Poiché la soddisfazione del cittadino che arriva allo sportello è misurata dalla rapidità dei tempi di risposta e poiché questi ultimi sono spesso legati alla qualità di banche dati esterne alle quali il comune ha accesso (dal catasto alle Regioni), è di tutta evidenza la natura esogena di buona parte del problema. Dando la priorità al definitivo riordino delle anagrafi nazionali, si produrrà a catena un benefico effetto-pulizia anche in quelle comunali.


0 Comments: