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domenica 11 marzo 2007

Le relazioni pericolose

Da quando è ripartita in grande stile la campagna per redistribuire il maggior gettito delle imposte erariali, l'ICI è quasi sempre presente nelle discussioni di esponenti della maggioranza che ormai non lesinano più fantasiose proposte per trasformare il prelievo sulla prima casa in un'elargizione generosa del Ministero delle Finanze. Adesso, la modalità più in voga sembra essere quella della concessione di sgravi in funzione delle condizioni reddituali e della numerosità del nucleo familiare che tenderebbero ad azzerare l'imposta sull'abitazione principale. Ma nella sarabanda di iniziative (tutte, tra l'altro, annunciate come più che prossime, quindi praticamente già in vigore) non si distingue più il furore abolizionista dall'impeto egualitario e i paladini del populismo e del marketing cosmetico fanno festa ad ogni telegiornale. Come sempre, invece di discutere con coloro che utilizzano l'ICI per il finanziamento dei propri servizi, si preferisce mantenere una sorta di copyright sul tributo, da concedere in uso agli enti locali nei tempi e nei modi preferiti dall'erario, secondo la convenienza del momento. Abbiamo già stigmatizzato questo modus operandi, per almeno due ordini di motivi. Il primo di natura istituzionale: se si vuole dare credibilità all'azione amministrativa dei comuni, l'ultima cosa da fare è levargli da sotto i piedi l'unico appoggio fiscale rimasto (con tutti i limiti riconosciuti che la sua applicazione comporta). Il secondo di natura strettamente tributaria: d'accordo che il tributo è stato istituito con legge dello Stato e che l'autonomia regolamentare dei comuni ha confini invalicabili, ma non per questo ogni volta deve essere rimesso in discussione il principio del decentramento fiscale, già risicato e sempre meno significativo. D'altronde, gli enti locali non possono istituire nuovi tributi, quindi restano comunque sotto l'imperio della legge. La quale però ha fino ad oggi garantito una elasticità di manovra sufficiente per dare a un'entrata così rilevante il carattere di imposta sul serio comunale (compresi gli insulti alle amministrazioni). Il prossimo baratto invece riproporrà il rapporto feudale tra vassallo e valvassore. Dalle Finanze già pervengono le prime giustificazioni: "Per il mio tornaconto d'immagine ti levo l'ICI sulla prima casa, ma non ti preoccupare, quel che perdi te lo rifondo come contributo in più. Come dici? Se ne va a farsi benedire la tua autonomia? Spiacente, è la politica, bellezza!"

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