L'appello del lunedì

"La prossima riforma delle autonomie locali costituisce l'occasione di un ulteriore implementazione e miglioramento della gestione dei servizi pubblici resi al cittadino. In questo contesto i principi fondamentali contenuti negli ordinamenti finanziario e contabile degli enti locali rappresentano, ormai, una consolidata ed efficiente normativa che ha consentito l'omogeneizzazione dei comportamenti amministrativi sull'intero territorio nazionale e l'accrescimento dei livelli di efficienza, anche in un periodo di ristrettezze finanziarie. Per questo motivo i sottoscritti auspicano un intervento che salvaguardi i seguenti elementi fondamentali, già presenti nell'attuale contesto normativo: - evitare ulteriori obblighi contabili per gli enti minori, mantenendo le attuali semplificazioni; - preservare la «contabilità finanziaria» quale garanzia del principio costituzionale della «copertura finanziaria», ciò anche al fine di omogeneizzare e armonizzare i documenti contabili atti a soddisfare il fabbisogno informativo dei cittadini e delle amministrazioni vigilanti; - mantenere l'affrancamento, che in atto è obbligatorio, dei documenti contabili di natura economica a quelli di natura finanziaria, in modo da attuare una convergenza con i sistemi contabili privatistici che al contempo sia rispettosa delle specificità degli enti pubblici; - salvaguardare la facoltà per gli enti di adottare quel sistema di «contabilità economica» più adeguato alle loro dimensioni e, comunque, idoneo ad alimentare i processi di programmazione e controllo nonché a soddisfare il fabbisogno di informazioni sui costi, sui rendimenti e sui risultati dell'azione pubblica; - tutelare la funzione autorizzativa, necessaria al «principio della distinzione» e al conseguente conferimento ai dirigenti di autonomi poteri di spesa; - ribadire che la «contabilità economica» è indispensabile per apprezzare l'andamento della gestione e le connesse responsabilità risultato dei dirigenti pubblici, mentre la «contabilità finanziaria», oltre a esprimere informazioni gestionali sui flussi finanziari, serve a verificare il rispetto delle norme che soprassiedono alle modalità di acquisizione dei beni e servizi e permette di identificare e quantificare le responsabilità penali, civili, patrimoniali e amministrativo-contabili dei soggetti che hanno disposto delle risorse finanziarie pubbliche affidategli con gli atti di programmazione; - evitare lo stato di incertezza del personale pubblico e la necessità di ricorrere a professionalità esterne, inevitabili conseguenze di una rivoluzione metodologica, radicale e repentina, fondata sull'abbandono della contabilità finanziaria a favore di un sistema esclusivamente economico-patrimoniale; - responsabilizzare maggiormente il collegio dei revisori dei conti sulla correttezza e veridicità delle informazioni contabili, garantendo, con più forza, la terzietà e la professionalità di questo organo di controllo. I sottoscritti sono consapevoli che una scelta oculata sul modello contabile da applicare agli enti locali non può limitarsi a considerare solo l'impatto sul sistema informativo aziendale, ma deve indagare sull'effetto che produce su tutti i meccanismi operativi della singola amministrazione pubblica, sulla sua organizzazione e sui diversi vincoli normativi, alcuni dei quali rinvenibili addirittura nella Costituzione del nostro paese."
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