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lunedì 12 marzo 2007

L'appello del lunedì

Il pressing a tutto campo delle associazioni dei Revisori dei conti ha partorito la scorsa settimana un appello rivolto al legislatore ma assolutamente universale nel rivendicare, alla vigilia della discussione finale sul Codice delle Autonomie, istanze di continuità con l'attuale sistema contabile misto (finanziario ed economico), che offre soprattutto vantaggi se adoperato con gli strumenti della migliore tradizione ragionieristica pubblica e privata. Ognuno dei due sistemi, infatti, conserva funzioni informative specifiche che un'eventuale nuova regolamentazione non dovrebbe disperdere, razionalizzandone anzi l'utilizzo, favorendo in particolare le piccole realtà che, a causa dell'endemica carenza di risorse umane (di certo non incentivata dalle recenti Finanziarie), sono quelle che più risentirebbero di ulteriori obblighi di rendicontazione e di gestione. Di seguito propongo l'appello nella versione integrale apparsa sullo Struzzo giallo di venerdì scorso. Dopo averlo letto, caldeggio l'adesione (anche se non siamo revisori, la struttura prossima della contabilità comunale ci interessa eccome) con una semplice e-mail al seguente indirizzo: fg.grandis@uniurb.it oppure p.criso@crisoassociati.it.
"La prossima riforma delle autonomie locali costituisce l'occasione di un ulteriore implementazione e miglioramento della gestione dei servizi pubblici resi al cittadino. In questo contesto i principi fondamentali contenuti negli ordinamenti finanziario e contabile degli enti locali rappresentano, ormai, una consolidata ed efficiente normativa che ha consentito l'omogeneizzazione dei comportamenti amministrativi sull'intero territorio nazionale e l'accrescimento dei livelli di efficienza, anche in un periodo di ristrettezze finanziarie. Per questo motivo i sottoscritti auspicano un intervento che salvaguardi i seguenti elementi fondamentali, già presenti nell'attuale contesto normativo: - evitare ulteriori obblighi contabili per gli enti minori, mantenendo le attuali semplificazioni; - preservare la «contabilità finanziaria» quale garanzia del principio costituzionale della «copertura finanziaria», ciò anche al fine di omogeneizzare e armonizzare i documenti contabili atti a soddisfare il fabbisogno informativo dei cittadini e delle amministrazioni vigilanti; - mantenere l'affrancamento, che in atto è obbligatorio, dei documenti contabili di natura economica a quelli di natura finanziaria, in modo da attuare una convergenza con i sistemi contabili privatistici che al contempo sia rispettosa delle specificità degli enti pubblici; - salvaguardare la facoltà per gli enti di adottare quel sistema di «contabilità economica» più adeguato alle loro dimensioni e, comunque, idoneo ad alimentare i processi di programmazione e controllo nonché a soddisfare il fabbisogno di informazioni sui costi, sui rendimenti e sui risultati dell'azione pubblica; - tutelare la funzione autorizzativa, necessaria al «principio della distinzione» e al conseguente conferimento ai dirigenti di autonomi poteri di spesa; - ribadire che la «contabilità economica» è indispensabile per apprezzare l'andamento della gestione e le connesse responsabilità risultato dei dirigenti pubblici, mentre la «contabilità finanziaria», oltre a esprimere informazioni gestionali sui flussi finanziari, serve a verificare il rispetto delle norme che soprassiedono alle modalità di acquisizione dei beni e servizi e permette di identificare e quantificare le responsabilità penali, civili, patrimoniali e amministrativo-contabili dei soggetti che hanno disposto delle risorse finanziarie pubbliche affidategli con gli atti di programmazione; - evitare lo stato di incertezza del personale pubblico e la necessità di ricorrere a professionalità esterne, inevitabili conseguenze di una rivoluzione metodologica, radicale e repentina, fondata sull'abbandono della contabilità finanziaria a favore di un sistema esclusivamente economico-patrimoniale; - responsabilizzare maggiormente il collegio dei revisori dei conti sulla correttezza e veridicità delle informazioni contabili, garantendo, con più forza, la terzietà e la professionalità di questo organo di controllo. I sottoscritti sono consapevoli che una scelta oculata sul modello contabile da applicare agli enti locali non può limitarsi a considerare solo l'impatto sul sistema informativo aziendale, ma deve indagare sull'effetto che produce su tutti i meccanismi operativi della singola amministrazione pubblica, sulla sua organizzazione e sui diversi vincoli normativi, alcuni dei quali rinvenibili addirittura nella Costituzione del nostro paese."

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