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martedì 13 marzo 2007

La vita agra

Dal 27 febbraio scorso, la fibrillazione degli amministratori comunali ha raggiunto l'apice. Non serviva avere sott'occhio il dettaglio dei contributi erariali per il 2007, poiché la norma contenuta nel collegato alla Finanziaria era già, purtroppo, molto chiara. Di certo, però, ha definito con precisione la dimensione della rabbia montata nel frattempo. Il punto critico, lo sapete bene, è la riduzione, diciamo così, preventiva del contributo ordinario a causa del maggior gettito ICI che dovrebbe derivare ai comuni dall'azione di accertamento a tappeto svolta dall'Agenzia del Territorio. Questo lavoro di fino (parecchio impegnativo a dir la verità) riguarderebbe in particolare gli immobili rurali oltre che quelli di tipo D (industriali). I primi sono da tempo un elemento di discussione e contenzioso, trattandosi di fabbricati dichiarati come a servizio del fondo e come tali non autonomamente tassabili. Si sa, al contrario, che dietro questa parvenza si nascondono abitazioni non più utilizzate dall'agricoltore o dalla sua famiglia ma ormai diventate dimore civili a tutti gli effetti. L'azione accertatrice dovrebbe far emergere la mole di informazioni mai comunicata al catasto immobiliare e ripristinare la piena soggettività passiva dei possessori, di certo molto poco rurali, come gli edifici occupati. Si tratta peraltro di un mondo che verrà, futuro risultato di una certosina analisi del territorio, la quale vorrebbe essere conclusa entro il prossimo ottobre (data dell'erogazione dell'ultima rata dei trasferimenti 2007), ma che, consapevolmente, in quei mesi sarà ancora in pieno corso. Tanto che le mani avanti il Ministero le ha già messe, anticipando che, con apposito decreto, il taglio dei contributi o sarà puntuale (al comune Tizio tolgo esattamente quanto potrà incassare in più di ICI, operando dunque il necessario conguaglio) oppure sarà distribuito come le razioni K, in modo eguale per tutti, proporzionalmente al totale dei contributi spettanti. Un sistema terribilmente centralista, oltre che iniquo ab origine. Ma che si presenta già inevitabile: le proteste delle associazioni dei comuni, infatti, sembrano per ora non aver sortito alcun effetto. La base imponibile dell'ICI resta, al momento, invariata. La base di calcolo del contributo ordinario, invece, è già stata opportunamente rivista. E poi dicono che la finanza pubblica non ha la fantasia di quella privata...

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