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lunedì 26 marzo 2007

Il lato sbagliato del dollaro

Proprio nei giorni in cui nel quotidiano vocabolario si insinua il neologismo "extragettito", ricco (è proprio il caso di dirlo) di implicazioni redistributive, affiora nelle ragionerie degli enti locali una preoccupazione purtroppo raramente messa in evidenza: quella delle difficoltà di cassa. Benché nel corso degli anni le entrate proprie (a partire ovviamente dall'ICI) abbiano incrementato il proprio peso nell'incidenza complessiva sui primi tre titoli, le erogazioni erariali (non importa se sotto forma di compartecipazione all'IRPEF) hanno mantenuto un carattere di prevalenza, solo in parte mitigato dall'aumentata pressione fiscale locale. In realtà, proprio a causa della novità della compartecipazione IRPEF (fantomaticamente fatta inserire tra le entrate tributarie pur essendo manifestamente un'elargizione statale), negli ultimi anni il mese di marzo è stato quello della pioggia di euro dal Ministero. Il 50% dello stanziamento annuo (saldato poi in piena estate) ha rappresentato (con una percentuale di compartecipazione giunta l'anno scorso al 6,5%) un vero e proprio toccasana per i comuni alle prese con le ordinarie ristrettezze di bilancio. In questo modo, era irrilevante l'accredito dei contributi in senso proprio, posta residuale di un sistema centralizzato vieppiù arcaico, del quale, per inciso, in pochi conoscono i meccanismi di attribuzione. La Finanziaria 2007, invece, ha riportato le lancette del tempo ad un'epoca quasi dimenticata e, riducendo drasticamente la percentuale di compartecipazione allo 0,69%, ha restituito un vago sapore di beffa ai primi mesi dell'esercizio. Ora i trasferimenti ordinari per i comuni sotto i 50.000 abitanti sono di nuovo consistenti e però (le regole qui non sono mutate) sono erogati in tre rate: la prima a febbraio (quindi è già stata accreditata), la seconda a maggio, la terza a ottobre. Poiché il menù dei fondi erariali è più vario di quello di un Vissani in stato di grazia, questo calendario di bonifici non è uguale se parliamo di fondo per lo sviluppo degli investimenti (due rate, maggio e ottobre) piuttosto che di fondo per il sostegno agli oneri per i rinnovi contrattuali dei segretari comunali (tutto a giugno). E' evidente però che la partita principale riguarda il contributo ordinario (quest'anno e per altri due esercizi incrementato per i comuni particolarmente giovani di somme anche consistenti) che, come detto, dovrebbe alleviare le tensioni di liquidità da qui all'estate, in attesa dell'accredito ICI. Poiché il Ministro ha già chiarito che una quota delle maggiori entrate accertate è di natura strutturale, perché non pensare ad una rettifica del sistema di erogazione che riporti a due le rate da accreditare, parificandone la data a quella prevista per la compartecipazione IRPEF? Per una volta, non si chiedono più fondi ma meglio distribuiti.

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