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mercoledì 14 marzo 2007

Do di petto

Niente di personale, sostiene il Ministero. Nel senso che di risorse umane a disposizione, con tutta la buona volontà, non ce n'è proprio. Diciamo pure che non serviva un ulteriore nota del Viminale per girare il coltello in una piaga aperta da anni. In ordine di tempo, l'ultimo paletto nella staccionata del ranch Quinonsiassume ce l'ha messo la Finanziaria 2007 che ha, se possibile, inasprito i vincoli già stretti dei precedenti provvedimenti. Ancora alle prese con la redazione di bilanci sui quali pesa sempre, per alcuni, la riduzione dei trasferimenti a fronte di maggiori introiti ICI solo sperati e tutti da verificare, spunta la coattività del comma 557 che, senza remore, ricorda ai comuni il comportamento del buon padre di famiglia: taglierai le spese del personale fino al livello di quelle di tre anni fa. Non so se il fatto di perseverare ritenendo il 2004 un anno cardine rappresenta per il legislatore un punto fermo. Certo è che l'indistinto riferimento a un monte salari di un anno nel quale magari si erano verificate dimissioni o quiescenze penalizza immotivatamente alcuni enti rispetto ad altri. Ora, purtroppo, è comunque tardi per ipotizzare correttivi e la strategia del risparmio a tutti i costi fa un altro passo avanti (o indietro, dipende come al solito dai punti di vista) poiché le maglie si fanno, a un anno di distanza, ancora più strette. Non dimentichiamo poi che il Dpcm del febbraio 2006 è ancora maledettamente vigente, quindi di nuove assunzioni se ne parlerà solo quando metà del personale se ne sarà andato e la qualità dei servizi forniti pure, e questo senza tenere in alcun conto il fatto che l'ente possa disporre di risorse proprie sufficienti a reggere a lungo termine l'ulteriore irrigidimento della spesa corrente dopo un'assunzione a tempo indeterminato. A meno che il legislatore non voglia sostenere, in un rigurgito di giustizialismo preventivo, che, per definizione, gli enti locali sono sovradimensionati e dunque se anche perdono 3 (o 5 o 9) unità di personale possono benissimo continuare a offrire prestazioni di qualità, anzì addirittura superiori perché più efficienti. Ci sembra una interpretazione che, fosse vera, farebbe ritornare la qualità del confronto Governo - Enti locali a un minimo storico. Meno maliziosamente, un giochetto di questa specie sembra più rispondere alla smania di rispettare i vincoli del Patto senza mai mettersi veramente nei panni di chi opera in realtà di dimensioni ridotte. Mi sembra, quasi, di scrivere come farebbe un Domenici qualunque e ciò mi preoccupa. Non tanto per Domenici, il quale guida un'Associazione che non sempre porta a casa quello che rivendica come proprio risultato, quanto per la ripetitività delle istanze e per l'inutilità apparente della polemica. In conclusione, infatti, i tagli devono essere effettuati. E nessuno sembra preoccuparsi delle conseguenze. Che, nel medio periodo, non mancheranno di rivelarsi nel loro misero splendore.

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