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giovedì 8 marzo 2007

Affari di famiglia

Euro sonanti, liquidità senza fine, una montagna di soldi che, per ora solo in punta di teoria, dovrebbe finire nei forzieri del neonato fondo d'investimento gestito per conto dei lavoratori anche degli enti locali, dove confluirebbero le quote delle ritenute INADEL operate sulle retribuzioni. Dopo l'accordo (ancora sotto la veste di ipotesi, ma con linee generali già definite e che dunque difficilmente saranno rimesse in discussione) tra l'ARAN e le confederazioni sindacali, anche il pubblico impiego sembra destinato a avviarsi verso il destino dei lavoratori del settore privato. Il fatto che l'adesione ai fondi sia del tutto facoltativa non muta la sostanza di una rivoluzione che ribalta la certezza finora acquisita dell'indennità di fine rapporto. Nessun fondo, infatti, per quanto prudente, bilanciato e ben gestito, potrà mai garantire la tenuta nel lungo periodo del valore capitale del TFR così destinato. C'è da scommettere che le sirene del gestore si faranno sentire, pressanti. Anche perché, trattandosi di un'impresa finanziaria e dovendo produrre risultati economici, non potrà certo stare ad aspettare che i lavoratori si decidano ad abbandonare la via vecchia per la nuova. La novità del fondo appena creato è che prende in considerazione tutti i lavoratori, di ruolo e non (unico limite la durata minima del rapporto che non può essere inferiore a tre mesi), a tempo pieno e part-time. La platea di potenziali clienti dovrà essere, infatti, la più ampia possibile per garantire l'economicità della gestione e, nel medio periodo, un rendimento decente del capitale investito. E' altamente probabile che siano già state effettuate approfondite analisi sulla percentuale di lavoratori intenzionata ad aderire. Peraltro, di fronte alla certezza dell'incertezza non sottovaluterei la tipica prudenzialità del lavoratore pubblico (se no, per quale altro motivo avrebbero scelto il posto fisso, ma fisso sul serio?). Il rischio dovrebbe essere apprezzabilmente valutato dai lavoratori ai quali ci aspettiamo sia data una informativa congrua in tempi ragionevoli. Informazioni fornite tra l'altro da soggetti pubblici, per non incorrere nel sospetto di interessi confliggenti. Sul versante privato, infatti, circolano sms di società finanziarie che, dietro la copertura della lezioncina sul TFR nei fondi, hanno l'unico obiettivo di proporre il loro portafoglio di prodotti. Per ora, la percezione è di un entusiasmo molto, molto tiepido. Per attizzarlo non basteranno una brochure a colori e qualche slogan ben studiato.

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