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domenica 25 febbraio 2007

Volo a bassa aliquota

La polemica sull'applicazione dell'addizionale comunale all'IRPEF sta infittendosi, proprio a ridosso dell'approvazione dei bilanci di previsione. Stavolta però gli indirizzatari degli strali di esperti o dei giornalisti del settore sono tutti indirizzati verso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, reo di avere (inconsapevolmente?) fornito un'interpretazione estensiva della norma, assolutamente non autorizzata. Questo punto era già stato toccato da Altiero Grandi, sottosegretario, il quale aveva respinto la possibilità che i comuni potessero liberamente decidere di applicare l'aliquota stabilendo, ad esempio, scaglioni di reddito oppure esenzioni particolari. Sembrava cioè che il Ministero di fronte all'impennata di fantasia di alcune amministrazioni locali avesse preso una definitiva posizione sulle modalità inderogabili di applicazione dell'addizionale. Pare, invece, che i sottosegretari siano anche sottovalutati e da autorevoli pulpiti sono uscite espressioni di favore per una maggiore libertà creativa degli enti, liberi insomma di variare (eventualmente in 8.000 modi diversi) le modalità di applicazione del tributo. Questa improvvisa accondiscendenza suona più come un tentativo, non troppo riuscito in verità, di recuperare consensi dopo che da più parti si è fatto rilevare che l'effetto-addizionale rischierebbe, se applicato come chiaramente stabilito dalla norma, di vanificare la rimodulazione delle aliquote e l'introduzione delle detrazioni d'imposta. Anche perché, in un valzer di contraddizioni più vorticoso che al concerto di Capodanno, i tecnici del Ministero hanno osservato che la pubblicazione delle deliberazioni sul sito web appositamente dedicato (per ricevere gli acconti 2007 calcolati sulla nuova aliquota) non solleva gli enti da un successivo controllo di legittimità, per verificarne la rispondenza alla lettera della legge. Adesso, giustamente, anche i tributaristi si sentono presi in giro. Piccatamente, fanno anzi rilevare che continuare a chiamare addizionale quella che tecnicamente è una sovraimposta è di per sè un errore (v. Enrico de Mita, Il Sole-24 Ore, 25 febbraio 2007, p. 19). Ma queste osservazioni sono certamente secondarie rispetto al cuore della questione, inutilmente riproposto, visto che la norma non lascia spazio, così com'è scritta, a interpretazioni diverse. Resta il fatto che non sono una pletora le amministrazioni che hanno utilizzato la finestra offerta dalla Finanziaria per moltiplicare il prelievo fiscale. Una tempesta in un bicchiere d'acqua, dunque.

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