Too Cool for Internet Explorer

lunedì 5 febbraio 2007

Piè di lista

Tra meno di quattro mesi (circolano le prime indiscrezioni intorno a un week-end di fine maggio) molti enti rinnoveranno i consigli e nuovi amministratori riempiranno le sale e gli scranni per far sentire la propria voce. Anche nel mio comune si affilano le armi e la situazione è più o meno questa: il sindaco uscente non sarà candidato dalla sua lista. Sta dunque cercando alleati (senza badare troppo al bacino d'utenza) per ripresentarsi: d'altronde, non accetterebbe qualcosa di meno della fascia tricolore (non avendo competenze particolari, la rappresentanza alle feste comandate gli calzerebbe a pennello). Il penultimo sindaco, dopo essere restato fermo un giro (accidenti al terzo mandato che non arriva mai!), può finalmente tornare in carica. Ha un sacco di gente che lo conosce e, anche se non lo stima, lo voterebbe, se non altro per legami di famiglia o professionali (tanto sapete di che professione parlo...). Poi ci sono le eterne minoranze, che quando si presentano divise vanno incontro a una sicura batosta. Allora, stavolta hanno (almeno finora) superato le reciproche diffidenze e si propongono sotto la bandiera di una lista civica fuori dal campo di influenza venefica dei partiti. Per tutti loro, oggi, il problema più grande è: chi metto in lista? La questione non è per niente peregrina. L'ultima volta, la lista che poi ha vinto era così a corto di nomi (e non parlo delle idee) che ha dovuto riempire il carnet con il figlio di un candidato e la sorella di un altro. Come pretendere, poi, che qualcuno eletto con questi criteri possa programmare l'attività pluriennale di un mandato amministrativo? E' come se, nei consigli di amministrazione delle società commerciali, la proprietà mettesse solo membri estratti a sorte e poi si affidasse alla provvidenza (nell'accezione meno manzoniana possibile). Per questo, vorremmo che non ci ripetessero troppo spesso che se gli amministratori sono il treno, i dipendenti comunali sono la stazione e che, di conseguenza, non fa alcuna differenza chi governa, perché tutto scorre. Non è vero che le maggioranze sono tutte uguali. Purtroppo, se abbiamo a cuore la qualità del nostro lavoro, ce ne accorgeremo presto.

0 Comments: