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venerdì 23 febbraio 2007

La fiducia è una cosa seria

Il dodecalogo con il quale il presidente del consiglio uscente/rientrante si è presentato ai suoi fedeli alleati dovrebbe costituire una sorta di programma minimo per continuare a governare il Paese. Non è ancora dato sapere se il Presidente della Repubblica accetterà questa soluzione o ne proporrà un'altra: le ipotesi non si esauriscono in due o tre alternative. Una cosa è però certa. Nessuno dei dodici punti affronta uno qualsiasi degli innumerevoli temi posti dalla finanza locale in questi mesi. Se si esclude, infatti, il punto 7 (immediata riduzione significativa della spesa pubblica e dei costi della politica), nell'agenda del secondo Prodi non si trova spazio per le autonomie e anche il contenimento delle spese ripete stancamente il solito refrain: se è rivolto agli enti locali, cioé, siamo tentati di ribattere un classico "da che pulpito!"; se, al contrario, si riferisce alla propensione agli sprechi delle amministrazioni dello Stato, ci esclude anche dall'unico punto plausibile e si resta a guardare il grande gioco della politica.
Proviamo allora a integrare quella fatidica lista con alcune proposte che avrebbero dovuto essere inserite, almeno come postille, e che invece restano per ora nei desiderata delle amministrazioni locali. L'elenco che segue è rigorosamente in ordine sparso.
1. Libertà di assunzioni agli enti finanziariamente sani. Poiché la maggior parte dei comuni non rientra nei vincoli del patto di stabilità, non si capisce per quale motivo anche questi debbano sottostare a restrizioni sul turn-over che riducono inevitabilmente la qualità dei servizi offerti.
2. Approvazione in tempi rapidi del Codice delle Autonomie, senza però ammannirci negli anni a venire lo stillicidio di modifiche che ha crivellato il corpo del vecchio TUEL, costruendo un testo snello e sufficientemente operativo.
3. Dare agli enti certezza di risorse finanziarie per un arco temporale ragionevole. Non come accade da troppo tempo, con le Amministrazioni costrette a costruire bilanci provvisori in attesa della comunicazione ufficiale dei trasferimenti all'ultimo minuto (a proposito, da oggi sul sito del Ministero dell'interno, sono consultabili tutte le spettanze per il 2007).
4. A proposito di autonomia fiscale, renderla finalmente reale, rifiutando il concetto per il quale, se il patto di stabilità non è rispettato, la prima sanzione è l'incremento forzoso del prelievo tributario, neanche si trattasse di enti dissestati.
5. Razionalizzare le richieste di trasmissione che provengono dagli enti. Oggi, ogni volta che trasmettiamo a un ente pubblico elenchi, schemi e tabelle contenenti dati anche minimamente sovrapponibili, dobbiamo duplicare, triplicare le informazioni perché le amministrazioni riceventi tra loro non comunicano. Se e-government dev'essere, che sia reciproco.
Vi sono certamente questioni anche più urgenti sul tappeto, per le autonomie locali, ma l'impressione è che neppure quelle citate, goccia nel mare, saranno prese in considerazione.

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