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venerdì 26 gennaio 2007

La garanzia è scaduta?

Da quanto tempo sentiamo ripetere le doléance dei segretari comunali (e provinciali) sulla speranza di vita della categoria? La polemica (in termini generali) risale a tempi lontani ma si acuì, come ricorderete, dopo una delle leggi denominate 'Bassanini'. Fu la L. 127/1997 ad abolire i pareri di legittimità sulle deliberazioni di giunta e consiglio e a ridefinire dunque il ruolo dei segretari da 'notai' di fatto a consulenti di diritto degli organi collegiali dell'ente. Le risorse della categoria, però, si rivelarono come sempre insospettate. Nacque, infatti, la figura del direttore generale della quale in verità nessuno è mai riuscito a dimostrare la necessità e che, in questo modo, è stata (ed è) troppo spesso utilizzata per rimettere in corsa, con il beneplacito, ovviamente, delle amministrazioni più compiacenti o meno accorte, segretari ormai senza funzioni operative. Tutta la normativa è poi confluita nel TUEL e da lì si deve ripartire. Ora è ricominciato il balletto delle rimostranze, perché il Codice delle Autonomie è un cantiere aperto che potrebbe sancire novità di primo piano anche in questo ambito. Un intervento di Angelo Capalbo (segretario e d.g. di un comune toscano) sullo struzzo giallo (v. post precedente) di oggi ha un po' il sapore di un racconto alla Poe.
Un brivido di terrore deve infatti essere passato nella schiena dei segretari allorché si sono accorti che nel testo del DDL delega che prelude al CdA nessun accenno (a differenza che nel TUEL coordinato con la L. 131/2003) è fatto alla 'assegnazione al segretario comunale e provinciale di compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa allo scopo di assicurare la conformità dell'attività amministrativa alla legge, allo statuto e ai regolamenti'. Scaricati senza rimorsi? Lasciati al loro destino? Naufraghi del diritto amministrativo? Più probabilmente, sperando che la volontà del legislatore sia presto chiarita, si tratta di un passaggio di consegne. Non più dirigenti dello Stato (garantiti dalla legge) ma dirigenti dell'ente locale (e come tali garantiti da CCNL, Statuto e regolamenti collegati). Parlerei dunque di riduzione di privilegi e di ridefinizione di figura giuridica, anche perché i più giovani iscritti al fatidico albo assumono su di loro tutto il peso della svalutazione professionale abbattutasi sulla categoria in questi ultimi lustri, senza aver potuto dimostrare sul campo la propria competenza. Credo di non essere l'unico a pensare che siano soprattutto i segretari di lungo corso a essere riusciti a farsi assegnare l'incarico di d.g., forti di un carisma o semplicemente di un ascendente verso i sindaci acquisito con gli anni, ma deboli di una preparazione manageriale del tutto improvvisata (salvo le eccezioni del caso). Ora, pare, questo 'certificato di garanzia' potrebbe essere riscritto. Tutto ciò ha un vago sapore di 'giustizia poetica', ma la norma è ancora in bozza. Le lobby sono già al lavoro? Conclude Capalbo: "E allora non ci rimane altro che rivolgere un appello. Se nel memorandum d'intesa sul lavoro pubblico siglato tra governo e sindacati, investire nella qualità della p.a. è ritenuto un obiettivo indispensabile per dare efficacia all'azione pubblica, buon andamento e legalità, nel comune e nella provincia, l'ottimale funzionamento si otterrà solo se si continuerà ad utilizzare la risorsa essenziale del segretario, anche se si impone una rivisitazione sulla base delle nuove esigenze degli enti locali." Sottoscriveremmo l'appello senza esitazione se si facesse un minimo di autocritica e si eliminasse quell'aggettivo così tranciante accanto a 'risorsa'. Capisco lo spirito di corpo, però anche il senso dell'umorismo non difetta da quelle parti...

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