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martedì 6 novembre 2007

Trappola di cristallo

Guardo sconsolato lo schermo del computer. Non che non me l’aspettassi, ma covavo segretamente la speranza che sarebbe accaduto qualcosa per scongiurare il pericolo. E invece... Il sito del Ministero dell’interno è il latore della poco lieta novella: l’ultima rata dei contributi erariali per il 2007 sconta l’intera riduzione per i maggiori introiti ICI sugli immobili che hanno perso le caratteristiche di ruralità, a seguito delle operazioni di aggiornamento catastale degli scorsi mesi. Si tratta dell’esito del D.L. n. 262/2006, che però mette in cantiere un’operazione del tutto virtuale, con conseguenze, al contrario assai concrete, a carico esclusivo dei comuni. Da un lato, infatti, non è affatto scaduto il termine assegnato ai titolari degli immobili interessati per la dichiarazione all’Agenzia del territorio nella quale si certifica la perdita della ruralità dell’edificio (c’è tempo fino al prossimo 30 novembre). Dall’altro, sulla base dei soli dati ministeriali e senza neppure attendere la conclusione degli eventuali ricorsi dei proprietari contro i nuovi valori imponibili, il Viminale decurta il Fondo ordinario 2007 dell’intera quota. Nello scorso luglio, il legislatore aveva tentato un approccio più morbido, garantendo entro ottobre l’emanazione di un provvedimento ministeriale con tutte le istruzioni per certificare il maggior gettito (ovviamente presunto, perché fondato sui dati di incasso della prima rata in acconto) dell’imposta comunale sugli immobili. Nello stesso tempo, con un’acrobazia contabile d’altri tempi, i comuni sono stati autorizzati a prevedere ed accertare “convenzionalmente” (si legga “sulla fiducia”) un maggiore introito ICI, esattamente pari alla detrazione effettuata per ciascun ente. Da riportare a residui, con una sola garanzia: parola di Ministero. Immagino che qualche revisore faccia notare, esprimendo il parere sulla variazione di bilancio che, ora, si impone, che la sola certezza in questa procedura è costituita dai trasferimenti in meno. Che poi, per quieto vivere e per impedire il diffondersi del panico, si dia il beneplacito al contestuale aumento dell’ICI, è un altro paio di maniche. Il fatto è che quella decurtazione è fatta con metodo approssimativo, facilone e assolutamente campato in aria. Si prende il totale del presunto bonus che l’Agenzia del territorio ha comunicato agli Interni: quello sarà il totale dei tagli. Poi si prendono gli importi del Fondo ordinario per ciascun ente, si calcola una elementare proporzione e il gioco è fatto. Non si tratta di bruscolini: il mio Comune perde circa 50.000 euro sulla rata di saldo che rivedremo prossimamente (forse) e comunque senza sapere con esattezza quando, visto che di quel decreto salva-cassa non si vede neanche l’ombra. Per consolarci, nel decreto estivo, si proponeva ai comuni di far pagare all’erario gli interessi passivi sulle anticipazioni di cassa eventualmente necessarie per coprire gli ammanchi conseguenti all’operazione. Scommetto che qui servirà una certificazione. Da approvare con decreto ministeriale. Da emanare chissà quando. Chiudo la pagina web e sorrido. La nuova frontiera del federalismo fiscale è sempre più lontana.

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