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martedì 13 novembre 2007

E i cocci sono nostri

Quando la Finanziaria è ancora giovane, quando non sappiamo ancora con esattezza se tutto quello che ci è dato leggere rappresenterà la versione finale della legge, il divertimento più grande è rappresentato dalla scoperta di nuovi commi, di piccole significative disposizioni che offrono, più di altre eclatanti, il vero spirito del tempo che il legislatore vuole lasciare. In quella miniera di novità che è l´attuale (e per attuale intendo ore 8 post-meridiane di mercoledì 14 novembre, già a conoscenza dello slittamento del voto filnale al Senato, previsto ora per venerdì 16) testo dell´articolo 91, spicca per incisività del tutto informale il comma che indica come nulli i contratti di assicurazione stipulati dall´ente locale nei confronti di propri amministratori per coprire i danni derivanti allo Stato e ad altri enti pubblici nonché quelli che coprono le situazioni di illeciti che configurano una responsabilità di tipo contabile. Si tratta di un inevitabile, forse tardivo, memento di un orientamento della Corte dei conti mai messo su carta (su norma) fino ad oggi e che, giustamente, impedisce all´ente di farsi carico di una responsabilità che dovrebbe essere interamente addossata a chi lo amministra. Per chi già sente odore di norma punitiva a senso unico, vorrei tranquillizzare con chiarezza. Dalla disposizione, infatti, è lasciata fuori la copertura della responsabilità civile, polizza regolarmente e legittimamente stipulata da tutti gli assicuratori di questo mondo. E d´altra parte, questi profili di responsabilità non nascono a causa di eventi determinati da colpa grave: se il Sindaco, tornando a casa dopo un animato Consiglio comunale, tampona nel parcheggio del Comune l´auto di un ignaro ed estraneo cittadino, ben potrà quest´ultimo rivalersi sulla polizza che certo copre eventi fortuiti come questo. I procacciatori di affari del ramo, però, spesso e volentieri hanno infilato nel contratto clausole dedicate esplicitamente alla copertura di danni oggettivamente fuori linea. Non che al Sindaco e agli altri amministratori questo provocasse qualche prurito. La patata veniva (viene anche oggi, stando a parecchie voci in mezza Italia) girata agli uffici ragioneria, ai quali si chiede (una volta di più) di chiudere un occhio, trattenere dalle indennità mensili la quota necessaria a coprire l´importo del premio incriminato e versarlo alla compagnia. Si mette così in moto un meccanismo non proprio trasparente che crea ex novo una atipica figura di partita di giro, non autorizzata da nessuna norma, che salva capra e cavoli ma non può soddisfare nessuno. Anzi. Si corre il rischio che qualcuno (non faccio nomi, ma comincia per ´Corte´ e finisce per ´conti´) rilevi che, contabilmente, un azzardo così non possa proprio reggere. Dal 1° gennaio 2008, dunque, ci si dovrà arrangiare diversamente, lasciando che assessori & c. incassino tutt´intero il loro lauto (abbandonando l´ironia) assegno e provvedano direttamente a versare la quota di premio che gli serve per tutelarsi dalla responsabilità contabile. Se poi le assicurazioni si ostineranno a infilare in ortodosse polizze per la responsabilità civile, clausole illegittime a copertura di danni extra-civilistici, sappiamo fin d´ora che avranno il valore della carta straccia. I costi dell´antipolitica vengono mano a mano a galla. E, aldilà di un utilizzo spesso demagogico di norme di principio che poi nessuno attua, lasciando che abbelliscano il davanzale lasciando intatto il rudere all´interno, piccole disposizioni come questa forniscono un segnale concreto che, da qualche parte, qualcuno ha capito da che parte stare. Basta che il mirino giri a trecentosessanta gradi.

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