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venerdì 17 agosto 2007

Sale grosso

Novanta pagine d'agosto. E' il regalo che ANCI, con il dossier pubblicato da poco sul proprio sito web, fa a tutti gli operatori del personale negli enti locali per fare il punto sulla gestione delle risorse umane fra Patto di stabilità e Finanziaria 2007. In particolare, all'onnivora associazione, interessa soprattutto ribadire il proprio punto di vista sulle numerose ramificazioni della materia che, negli ultimi mesi, hanno subito potature corpose ma anche innesti di rilievo. Converrà leggere attentamente il documento per ripercorrere gli sviluppi normativi e comprendere se le scelte amministrative operate finora sono state in linea con la spesso schizofrenica produzione parlamentare e governativa. Attenzione, però, agli eccessi di confidenza. La nota tendenza di ANCI 'a far parte per se stessa' svela qui un'ulteriore velleità: quella di sentirsi, non solamente autentica e autorevole interprete della lettera normativa, ma, addirittura, legislatore in fieri. Andate a pagina 16 del dossier e immergetevi nel caso dell'ente che, non soggetto al patto di stabilità nel 2007, a seguito di una mobilità verso l'esterno, si trova nella condizione di non sapere con certezza se e con quali limitazioni gli sia possibile colmare il vuoto nella dotazione organica. A dir la verità, la domanda è posta nel più retorico dei modi, quasi imboccando l'esperto di turno (la prossima volta, per dare una parvenza di autenticità a questi quesiti, forse sarà il caso di riscriverli). Ma poco c'importa della forma. Sulla sostanza, invece, si resta davvero di sale. Leggo già nel primo paragrafo: "In riferimento al quesito posto con nota Prot. n. 2958 si fa presente che il comma 562 della legge n. 296/2006 (Finanziaria 2007) ha valore integralmente novativo rispetto alla disciplina previgente dettata dal DPCM 15.02.06, che risulta, pertanto, implicitamente abrogato dalla norma in oggetto. E’ dunque, disapplicato anche il comma 8 dell’articolo 5 del DPCM 15.02.06 che, si ricorda, costituiva una norma speciale: l’esclusione della mobilità dal concetto di cessazione derivava, evidentemente, dalla specifica esigenza di raggiungimento degli obiettivi di risparmio fissati dallo stesso DPCM ma costituiva una deroga alla natura giuridica della mobilità." Il comma 562 citato riguarda, come ben ricordate, proprio le assunzioni negli enti sotto i 5.000 abitanti: "562. Per gli enti non sottoposti alle regole del patto di stabilita' interno, le spese di personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell'IRAP, con esclusione degli oneri relativi ai rinnovi contrattuali, non devono superare il corrispondente ammontare dell'anno 2004. Gli enti di cui al primo periodo possono procedere all'assunzione di personale nel limite delle cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno, ivi compreso il personale di cui al comma 558. (quello a tempo determinato. NdR)" Quello che piace dell'ANCI è la disponibilità a prendere il toro per le corna e rassicurare i poco fiduciosi (in generale) enti su questioni che il legislatore si è finora guardato bene dal chiarire. Nel quesito successivo, a riprova di questa coraggiosa vocazione ministeriale, l'ANCI, stuzzicato da un comune fuori Patto che non ha rispettato il limite dell'incremento di spesa dell'1% rispetto al 2004, non teme smentite e mette nero su bianco l'affermazione che: "sarebbe del tutto illogico ed in contraddizione con la nuova ratio delle vigenti norme ritenere ancora valido l’apparato sanzionatorio legato al precedente regime; (...) Si ritiene, dunque, che l’Ente, fermo restando l’obbligo di rispettare il limite di spesa 2004, dettato dal citato comma 562, possa procedere all’assunzione a tempo determinato." Il sollievo che, certo, se ne ricava e che restituisce un minimo di senso logico a un sistema ribaltato annualmente come un calzino dovrà pur essere però temperato da un sano e prudente attendismo. Perché è vero che dai dicasteri competenti non si alza nessuna voce di smentita o di conferma, neppure implicite. Ma se è così lampante che l'apparato sanzionatorio pre-Finanziaria 2007 (il che in sostanza significa blocco del turn-over) non esiste più, perché le Linee guida della Corte dei conti relative ai rendiconti 2006 (pubblicate abbondantemente dopo l'eliminazione delle sanzioni per i Comuni non rispettosi del Patto) continuano a riportare lo specchietto dimostrativo della riduzione dell'1%?

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