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giovedì 2 agosto 2007

Buone feste

Qualcuno comincia a credere sul serio che quest'anno l'approvazione della Legge Finanziaria sarà drasticamente precoce, talché il termine per la deliberazione consiliare del Bilancio di previsione non sarà prorogato e si saluterà il nuovo anno, per la prima volta dopo tempo immemore, senza bisogno di esercizio provvisorio (o peggio, di gestione provvisoria). Questo convincimento nascerebbe da quanto indicato in una risoluzione della Camera dei deputati che, tra le altre cose, si incentra proprio su questo felice proposito. In sostanza, la manovra dovrebbe giungere a rapida conclusione poiché, oltre a essere costituita da un "numero limitato di articoli omogenei, tutti rigorosamente corrispondenti al loro contenuto tipico, evitando l'inserimento di norme meramente ordinamentali, ovvero di carattere localistico o microsettoriale.", sarà (pare) estremamente difficile per l'esecutivo proporre emendamenti al testo una volta giunto in aula per la votazione. Sul punto della riduzione degli articoli vien da sorridere, pensando a quante leggi di bilancio hanno racchiuso in un unico clamoroso blocco cornucopie di provvedimenti frammentati in centinaia (o migliaia, talvolta) di commi. Se non altro, qui si sostiene che ci dovrà essere omogeneità nel contenuto dei singoli articoli, ma aspetterei prima di cantare vittoria. Perché anche negli esercizi passati la blindatura del testo sembrava cosa fatta, salvo successivamente dimostrarsi fragilissima cosa e procrastinare l'iter di qualche altra settimana, proprio a ridosso del panettone. Ricordo, nel 2005, il redattore di un noto quotidiano sostenere con sincera convinzione che "quest'anno la Finanziaria sarà in Gazzetta, al massimo, l'ultima settimana di novembre." Mi ero quasi fidato del suo istinto di vecchio marpione. Salvo poi recuperare il testo ufficiale e vigente a S. Silvestro scappato. Per gli enti locali, tuttavia, la novità strutturale sarebbe un'altra. Parallelamente alla snella legge di bilancio, le norme attinenti in modo specifico gli enti locali (dal patto di stabilità ai trasferimenti erariali) dovrebbero comparire all'interno di un provvedimento 'ad hoc' che ricorda vagamente i vecchi decreti legge sulla finanza locale. E' pur vero che in questi ultimi si raccoglievano talvolta vagonate di norme, valevoli un'intera Finanziaria. Ma il vantaggio starebbe proprio in questo stralcio che si tradurrebbe in una maggiore certezza di obiettivi e nella conseguente chiarezza dei mezzi per raggiungerli. Se, però, come sembrerebbe chiaro dalle notizie che arrivano da Montecitorio, il collegato 'enti locali' (e tutti gli altri collegati, perché non penserete mica che il blocco lobbistico di fine anno rinunci alla sua bella messe di disposizioni...) avrà un percorso istituzionale analogo a quello della norma principale bisogna sperare che il meccanismo, in rodaggio, non si inceppi: per quanto l'esame dei singoli testi possa essere affidato a differenti sottocommissioni, il rischio è a ben vedere l'opposto. Che, poiché al numero complessivo dei collegati non è stato fissato un limite, essi crescano in progressione (aritmetica o geometrica, fate voi). E allora il miraggio del rispetto del termine dicembrino resterà lì, intatto e inattaccabile.

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