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lunedì 13 agosto 2007

Autostrada 61

Se se ne accorge il Lenzuolo rosa, è proprio vero. Quando la maggior parte degli osservatori sta in vacanza (suppongo), è il momento più opportuno per ricordare alla platea di lettori che i Ministeri, quando si tratta di chiedere dati ai Comuni, rifiutano qualsiasi tentativo di semplificazione e, troppo spesso, raddoppiano. E' passato appena un mese da quando, modestamente, su queste pagine si faceva rilevare l'assurdità di moltiplicare inutilmente gli invii di dati riguardanti il personale (cfr. La quarta corsia), onerosi (in termini di tempo e risorse impiegati) e beffardi (perché indirizzati a dicasteri differenti ma, evidentemente, tutt'altro che comunicanti). Stamane il Lenzuolo ripropone il tema, con l'autorevolezza della fonte professionale, utilizzando argomentazioni che, appunto, sottoscriviamo interamente. Peraltro, la duplicazione di cui si parla non è affatto una novità, come sembrerebbe ritenere Patrizia Ruffini. Il Censimento del Ministero dell'Interno, ricorderete, fu effettuato già una prima volta nel 2001, per certificare la situazione al 31 dicembre 2000, e non era neppure telematico. Fu ripetuto, in assenza di una specifica prescrizione periodica, nell'estate del 2004 con riferimento agli organici del 1° gennaio 2004. Siamo quindi alla terza rilevazione statistica ai sensi dell'art. 98 del TUEL. Ciò non toglie che il problema rimanga, in tutta la sua involontaria comicità. C'è, in questa insistenza ministeriale, tutta la protervia della burocrazia che si rifiuta di venire a patti con un livello decente di efficienza. Cosa mai potrà impedire agli Interni di coordinarsi con il Tesoro e integrare il proprio censimento con quello (ben più ricco di notizie) realizzato attraverso la piattaforma SICO? Non potrebbe essere accettata la scusa che i due adempimenti non hanno uguale cadenza: variabile (checché ne dica il Lenzuolo) per il CEPEL, annuale per il SICO. Basterebbe, infatti, che la prima si uniformasse alla seconda e non si creerebbero ulteriori sovrapposizioni. Ancor peggio sarebbe se si accampasse l'alibi della differente prescrizione legislativa (il TUEL vs. il D.Lgs. 165/2001), visto che le norme non si autoapprovano, dunque possono in ogni momento (e legislatura) essere fra loro coordinate. Che l'esigenza, poi, di ottenere informazioni puntuali e periodiche sia primaria è indiscutibile. Ma allora perché il CEPEL sparisce per anni, salvo spuntare quando qualcuno si desta dal letargo informatico? La beffa non si esaurisce qui, naturalmente. Poiché, come giustamente mette in rilievo il Lenzuolo, il censimento CEPEL chiede dati che gli enti devono inviare con i certificati al bilancio e al rendiconto (i quali sono inviati, udite udite, allo stesso Ministero dell'Interno). Forse il problema qui sta nel fatto che i certificati sono inviati a un dipartimento diverso: si sa, è meglio non urtare la suscettibilità di qualche dirigente puntuto... L'effetto perverso che continuiamo a non comprendere e che dà all'intera vicenda il gusto della commedia dell'arte è quello per il quale i dati sono inghiottiti dal potente sistema informativo centrale in tempi rapidi ma dallo stesso vengono digeriti con una lentezza che non ha ragioni. Così, l'elaborazione completa dei dati di un anno possiamo consultarla solo dopo due anni, se siamo fortunati. Ora non resta che compilare le schede e passare oltre, perché purtroppo nessun lamento sarà mai ascoltato. In questa vicenda, infatti, c'è la palese complicità delle associazioni di categoria: già nel 2004, in una nota a corredo, il Ministero precisava che: "Le domande contenute nel nuovo censimento formano una tabella che è stata aggiornata sulla base delle disposizioni contrattuali nel frattempo intervenute, in modo da consentire una lettura della situazione esistente al fine di facilitare gli eventuali interventi legislativi. Le domande sono state elaborate d’intesa con le associazioni istituzionali degli Enti locali." Lascio per ultima la vera chicca, degna di Groucho Marx: "Il terzo elemento di novità è costituito dalla previsione di un’utilizzazione esclusiva delle opportunità offerte dalla rete internet, cosicché sarà questo il primo censimento telematico. Una specifica pagina web è infatti stata costruita all’interno del sito del ministero dell’Interno ed essa permette di scaricare direttamente sul proprio computer il programma necessario per dare risposta alle richieste del censimento."

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