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giovedì 1 marzo 2007

Legati al territorio

Smentiti, dunque, sulla sorte del catasto. E ne siamo contenti. Rispetto allo scetticismo che avevamo manifestato sabato scorso, infatti, giunge il testo del D.P.C.M. che sarà presto approvato per regolare, da qui a novembre, il passaggio di funzioni ai comuni. E oltre alle questioni di carattere organizzativo, l'aspetto più immanente (quello delle risorse finanziarie) è finalmente affrontato. Con le spalle coperte dai 45 milioni di euro destinati all'ambizioso progetto, anche gli enti possono cominciare a ragionare sulla capacità di fornire standard qualitativi adeguati. Mancano, è vero, nel decreto le modalità con le quali il finanziamento sarà assegnato e infine erogato. Ma la copertura finanziaria tranquillizza anche i più diffidenti. Piuttosto, sul versante delle convenzioni che possono essere stipulate con l'Agenzia del territorio, si apre un fronte nuovo di confronto e analisi, anche per gli eventuali accordi che le amministrazioni più piccole si risolveranno a sottoscrivere per gestire con un minimo di economie di scala le nuove competenze. Sono previsti, infatti, tre livelli di complessità e attribuzioni crescenti. Tra di esse ciascun ente dovrà fare la sua scelta. Senza però tentennare a lungo, poiché in caso di silenzio, decorsi novanta giorni dalla pubblicazione del decreto, le funzioni attribuite saranno quelle complete, indipendentemente dalla possibilità ragionevole di sostenerle. Certo l'Agenzia non lascerà al loro destino i comuni: verifiche semestrali, obbligo di sostituirsi agli enti che non rispetteranno standard qualitativi minimi, sono le misure già previste a tutela dell'utente che si presenterà ai nuovi sportelli e dell'ente che proprio non riuscirà a fornire un servizio adeguato. Sulla questione del personale, infine, è necessario fare un inciso a parte. Sono circa 3.000 i dipendenti dell'Agenzia che potranno essere distaccati presso i comuni per avviare i nuovi uffici. Sembrano moltissimi rispetto alla prospettiva di fare da soli, di arrangiarsi, cioé. In realtà, sono una risorsa che non può bastare per colmare le esigenze delle 8.000 teoriche nuove filiali dell'Agenzia del territorio. In più, come già osservato, i nuovi collaboratori si affiancheranno ai dipendenti comunali; non svolgeranno, cioè, da soli il lavoro assegnato. Si profila dunque un periodo transitorio piuttosto lungo.

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