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domenica 28 gennaio 2007

All'indice

Pochi rapporti numerici ci disturbano come l'indice teorico di indebitamento. Ogni anno, all'approssimarsi della scadenza del consuntivo, già sappiamo che quel valore, calcolato ormai da tempo in automatico dalle innumerevoli procedure software, solleverà il fatidico quesito: "Ma davvero possiamo indebitarci così tanto?" La risposta non cambia mai, naturalmente: "Teoricamente, sì. Ma...." E le incomprensioni nascono proprio qui, sul sottilissimo confine che separa il debito possibile da quello desiderabile. Difficile convincere consiglieri di maggioranza in piena fregola da opera pubblica a contenere il proprio entusiasmo. Altrettanto arduo tenere a bada coloro che, dai banchi della minoranza, giocano al ribasso e provano a intimidirti con lo spauracchio della rigidità della spesa corrente. Tutto vero. Salvo che la teoria, di questi tempi, conosce momenti grami. E la pratica (cioè noi) non sa più che fare. Tanto più che, dal 1° gennaio e almeno fino al prossimo decreto ministeriale, conviveranno allegramente due valori soglia dell'indebitamento teorico ben diversi: quello da dichiarare in sede di rendiconto a partire dal 2008 (aumentato dalla Finanziaria al 15%) e quello, ancora vigente, da inserire fra gli otto parametri di deficitarietà (oggi fermo al 12%). Così potremo imbastire relazioni tecniche che svolazzano acrobaticamente fra due valori in totale contraddizione, benché, badate bene, entrambi da rispettare. Diciamo pure che per il 2008 il decreto sia emanato (e non ne dubitiamo). Ma come la mettiamo con la evidente sopravvalutazione dell'indice rispetto ad una selettiva e razionale gestione di risorse sempre più scarse? Vorremmo, cioé, che il rapporto fra entrate correnti e spesa per interessi fosse una volta per tutte fissato a un livello realmente sostenibile (non necessariamente uguale per tutte le realtà che, come ben sappiamo, esprimono bilanci molto diversi fra loro) impedendo agli uni (maggioranza) e agli altri (minoranza) di coinvolgerci in una diatriba eminentemente politica che non ci aiuta a prendere posizioni razionali ed efficienti. Per ora dobbiamo accontentarci di ripetere come l'eco: "Teoricamente, sì. Però...."

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