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venerdì 1 febbraio 2008

Non è un paese per vecchi

Il cicaleccio di queste settimane intorno alla detrazione statale sull'ICI (disposizione che, prevedo, non ha ancora finito di sorprendere) ha distratto gli operatori dalle conseguenze di una piccola, indispensabile rettifica che la Finanziaria 2008 ha apportato al regime di gestione del servizio di smaltimento rifiuti. La mobilitazione autunnale che aveva chiesto con forza la proroga di un anno del regime TARSU per evitare di finire tutti, indistintamente, nella fornace della tariffa Ronchi, ha avuto infine successo. Ma si è trattato di un semplice ritocco cosmetico che, lasciando immutata la situazione di partenza, non rappresenta in alcun modo il necessario salto di qualità che ci attendevamo. Infatti, mantenere ancora per un anno il sistema di prelievo attualmente in vigore, che significa nella sostanza rimanere in regime TARSU, è doppiamente inutile se: a) non si danno tempi altrettanto certi per l'avvio della tariffa regolata dal Codice dell'Ambiente; b) non si autorizzano gli enti a effettuare un atterraggio morbido passando, sia pure per breve tempo, al regime TIA. Il primo punto è quello che sorprende di meno, purtroppo. Anno dopo anno, l'allungamento senza fine della vita della TARSU è quasi un fatto compiuto. Tuttavia l'entrata in vigore definitiva del D.Lgs. n. 152/2006 è talmente fuori dall'orizzonte normativo attuale che sarebbe stato più onesto e lungimirante ammettere di non poterne prevedere l'avvio in tempi ragionevoli e stabilire che il regime vigente prosegue sine die, o almeno sino al fatidico e inafferrabile T-Day. Tra l'altro, al momento di approvare quell'emendamento, le Camere erano ancora nel pieno delle loro funzioni, dunque sarebbe stato ulteriormente prudente gestire l'epocale passaggio prendendo tempo. Ma, a conti fatti, neppure questa sarebbe stata la soluzione appropriata. C'è infatti un'incomprensibile ottusità nell'imposizione del sistema di prelievo. Che riguarda, come più volte abbiamo ricordato, la maggioranza degli enti locali. I comuni che adottano già il sistema Ronchi rimangono del tutto indifferenti a questa diatriba apparentemente fondata sull'aria fritta. Tutti gli altri potrebbero, al contrario, essere interessati a sviluppare un percorso tariffario coerente che, avendo come obiettivo finale un sistema molto vicino a quello ideato da Ronchi, non dovrebbe escludere a priori la facoltà di un passaggio intermedio da TARSU a TIA per approdare al nuovo sistema. E invece è proprio questo il pessimo esito della proroga. In questo modo, gli enti che vorrebbero non possono, quelli che non ci hanno ancora pensato proseguiranno a non curarsi del passaggio. Penso anche a cosa potrebbe accadere se il nuovo sistema dovesse sparire nell'oblio di legislature brevi e senza sbocchi. Cio che nel febbraio 1997 era nato con l'intento di riorganizzare l'intera questione rifiuti, sarebbe infine utilizzato da un campione poco rappresentativo degli enti locali, che rimarrebbero ancorati a una normativa la quale, a parità di superfici occupate, penalizza chi produce pochi rifiuti e, per converso, offre vantaggi interessanti a coloro che ne producono molti. Il paradosso di tre distinte discipline che convivono contemporaneamente sotto l'identico tetto è, al momento, irrisolvibile. Ai punti, però, vince ancora il regime più vecchio, quasi a dire che il sistema resta irriformabile. Che grande novità...

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