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mercoledì 20 giugno 2007

Black bloc

Ventate di Seattle anche nei Comuni italiani. Dopo il reiterato silenzio del Governo sulla proposta avanzata a suo tempo dall'ANCI per garantire agli enti virtuosi l'utilizzo di una quota degli avanzi di amministrazione fin qui accumulati, per contenere l'impatto del Patto di stabilità 2007, tira aria di disobbedienza dal Manzanarre al Reno. Anzi, il silenzio si è concluso lo scorso lunedì, dopo che, durante l'ennesimo confronto tra Palazzo Chigi e i rappresentanti delle autonomie, è stato pronunciato a chiare lettere il 'non possumus' che tanto queste ultime temevano. Il palpabile malcontento degli enti soggetti al Patto (poco meno di duemila) nasce dalla precisazione, intervenuta dopo l'approvazione della Finanziaria 2007, che i risultati positivi dei rendiconti sono considerati al pari di tutte le altre entrate nella determinazione dei saldi 2007 e che, dunque, non possono essere utilizzati come risorsa per ridurre l'indebitamento (ovviamente senza pagare penali di sorta alla Cassa DD.PP., notoriamente piuttosto onerose). Curiose coincidenze, proprio nei giorni in cui sono diffusi i dati sull'utilizzo da parte degli enti locali di mutui e prestiti a lungo termine per finanziare i propri investimenti nel 2005. Dati dai quali emergerebbe un incremento dell'indebitamento del 10,4% sul dato del 2004 e, contemporaneamente, un calo drastico delle spese in conto capitale. L'apparente contraddizione sta tutta nella saltellante dinamica dei tassi d'interesse che, come faceva correttamente rilevare lo Struzzo giallo, si sono rivelati fino a poco tempo fa particolarmente vantaggiosi e hanno indotto gli enti a rinegoziare il debito pregresso allungandone la scadenza. Di contro, l'impossibilità di realizzare opere pubbliche nella misura desiderata per non incorrere nelle sanzioni del Patto (com'è surreale che, col senno di poi, queste ultime si siano rivelate la bufala dell'anno) ha determinato quei tesoretti da campanile che, giuridicamente, sono nella piena disponibilità dei Consigli comunali, ma che, alla luce di Maastricht, diventano intoccabili. Ora, l'avanguardia dei primi cittadini più arrabbiati vuole approfittare delle assise generali dell'ANCI per ribaltare i tavoli e cominciare le barricate. Pare, infatti che, facendo due conti, il costo delle sanzioni in caso di violazione del Patto sia inferiore alla scelta di forzare la mano e, violandolo esplicitamente, utilizzare gli avanzi di amministrazione per finanziare opere pubbliche. Voleranno gli stracci, alla Fiera del Levante, ma probabilmente accadranno entrambe le cose: il Governo non defletterà, i Sindaci disobbediranno. Dopo la farsa delle sanzioni revocate per il 2006, forse è proprio meglio anticipare tutti e gestire le disponibilità in cassa.

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