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mercoledì 2 maggio 2007

Da qui all'eternità

Come nei migliori romanzi di suspense, i colpi di scena sono imprevedibili anche all'Agenzia delle Entrate. L'ICI, poi, riesce a trasmettere una smania di interpretazioni e disposizioni inarrivabile che negli ultimi tempi ha davvero toccato l'apice (F24, mod. 730, nuove scadenze di pagamento, addio alla rendita presunta, ecc.). Ecco oggi, dunque, a sorpresa, il decreto di approvazione della dichiarazione per le variazioni avvenute nel 2006, data per spacciata dalla legge (art. 37, comma 53, d.l. 4 luglio 2006, n. 223) prima che da molte autorevoli voci della dottrina e invece recuperata in extremis un'ultima volta, canto del cigno della complicazione tributaria. La convinzione che fosse sparita nasceva dall'esame della recente normativa che, a partire dal decreto Bersani 1 (n. 223/2006), aveva dapprima esplicitamente abolito la comunicazione di variazione e la stessa dichiarazione (ancora obbligatoria solo "nei casi in cui gli elementi rilevanti ai fini dell'imposta dipendano da atti per i quali non sono applicabili le procedure telematiche previste dall'articolo 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 463, concernente la disciplina del modello unico informatico."), e poi avviato il processo di collegamento dei Comuni alle banche dati ministeriali. Quest'ultimo elemento, soprattutto, rappresenterebbe il vero salto di qualità nella gestione di dati numerosi e complessi come quelli relativi all'Imposta sugli immobili. Da più parti si sosteneva che il 2007 sarebbe stato l'anno dei controlli telematici. E invece....
Il modello appena pubblicato non si discosta da quelli degli anni precedenti. I contribuenti dei comuni che hanno conservato l'obbligo della dichiarazione non avranno così alcuna difficoltà nella compilazione. Con questa repentina marcia indietro, si crea peraltro una palese disparità con le amministrazioni comunali che hanno introdotto con regolamento, in luogo della dichiarazione, la comunicazione. Quest'ultima era stata introdotta per garantire agli enti una differente tempistica nella trasmissione delle variazioni, utilissima per aggiornare quasi in tempo reale le banche dati interne e in questo modo accelerare i controlli sull'eventuale evasione. E' pur vero che, nel corso degli anni, molti fautori dell'autonomia regolamentare in materia tributaria si sono trasformati in decisi avversari, osservando la totale anarchia con la quale la modulistica delle comunicazioni era stata gestita (dalla scadenza di presentazione, alla struttura del modello). Non potendola però imputare agli stessi enti (che avevano semplicemente sfruttato una facoltà di legge), ci si era limitati a preconizzare un futuro di semplificazioni senza però proporre una soluzione univoca e condivisibile. Ora, questa soluzione è stata implementata con il metodo più rapido e alcuni dei comuni con comunicazione si trovano spiazzati. Si salvano gli enti che, introducendo la comunicazione, hanno richiesto l'invio del modello entro l'anno nel quale è avvenuta la variazione, salvando in questo modo l'intero 2006. Per gli altri si apre una doppia possibilità: la prima, azzardata ma non troppo, è il mantenimento della comunicazione fino alla scadenza di presentazione del modello Unico 2007, nonostante la legge e le note del DPF; la seconda, oggettivamente illusoria, è attendere un provvedimento ministeriale interlocutorio per reintrodurre la comunicazione fino a definitiva entrata a regime del sistema telematico di scambio dati con l'Agenzia delle entrate.

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