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mercoledì 28 marzo 2007

Le mille e una notte

Ogni approvazione di bilancio porta con sè tutto il carico di ansie e tensioni accumulate sino alla fatidica sera. La differenza però la fa solo una cosa: partecipare alla seduta oppure starsene a casa, attendendo il giorno dopo per conoscerne gli esiti. Mi è sempre accaduto di rientrare nella prima ipotesi. Non ho mai capito se per l'eccessiva disponibilità del sottoscritto oppure per il manifesto terrore dei rispettivi sindaci/segretari ad assumersi le proprie responsabilità e competenze (quantomeno preoccupandosi di leggere i documenti allegati al bilancio vero e proprio). Da quando ho iniziato a consegnare insieme al voluminoso fascicolo dei tre bilanci ufficiali una relazione tecnica più descrittiva che numerica, tentativo non so quanto riuscito di riorganizzare soprattutto le mie idee, speravo di essere se non altro sgravato dall'ingrato compito di assistere all'intero Consiglio seduto accanto al Sindaco. Invece, in tutta evidenza, neppure questo stimolo è stato sufficiente per far superare ai sedicenti amministratori l'ostacolo della complessità di un bilancio di previsione. Così, come accade da ormai 14 anni (se si esclude l'eccezione del primo anno, grazie all'unico segretario veramente ferrato in materia che abbia mai incontrato e all'esenzione che spetta solo ai rookie), il copione della serata (quando va benone, perché altrimenti si tratta di nottata) è più simile a uno psicodramma che a un dibattito politico (ché di questo, in fondo, si tratta). Le introduzioni del Sindaco sono sempre più striminzite: non si può neppure dire che parli a braccio, perché le poche frasi pronunciate sono quasi sempre le stesse, all'inizio o alla fine del mandato. Subito dopo, inevitabilmente, si tenta di passare la palla al ragioniere. Come se, la ripetizione (c'è stata, nel frattempo, una estenuante commissione bilancio, va ricordato) di numeri e cifre potesse in qualche modo impedire alle scorate minoranze (non che quelle attuali brillino di intelligenza nell'avvicinarsi al bilancio) di fare interventi prolissi e, talvolta, fuori tema. Ai quali, beninteso, raramente rispondono gli amministratori, ma il solito ragioniere. Accadde, qualche anno fa, che davanti al goffo tentativo della maggioranza di scaricare sul tecnico una scelta evidentemente politica, la minoranza insistette nel volere che fosse proprio il Sindaco a renderne conto. Ma le mosche bianche non le ha mai viste nessuno e così, di norma. gli sguardi che incrocio durante la seduta dai banchi dell'opposizione sono a metà tra la diffidenza e l'ostilità vera e propria. Quasi fossi in qualche misura il catalizzatore delle loro frustrate ambizioni di un dibattito finalmente all'altezza del consesso di cui fanno parte. Alla fine, ne esco con poco appetito (nonostante il misero tramezzino pre-seduta) e con adrenalina ancora in circolo. Nella notte, sulla strada verso casa, la radio ha il volume al massimo.

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