Patto di disonore

Peccato che sia troppo tardi. Peccato che gli enti si siano preoccupati in sede di programmazione (e quando, se no?) di gestire i propri servizi con il personale in quel momento in organico, senza quindi attingere alle eventuali disponibilità finanziarie. Così, a posteriori, la beffa suona ancora più atroce. Anche perché l'emendamento è giustificato esplicitamente proprio con l'opportunità di non infierire sui comuni, rischiando di ridurre la qualità dei servizi offerti, a causa della limitazione nell'acquisizione di nuovo personale. Ma la faccenda assume contorni anche più ampi. Preso atto, infatti, che anche le regole del patto per il 2007 riprendono le sanzioni previste per il 2006, e che gli enti hanno già approvato il bilancio (o, in ogni caso, sono in avanzato stato di preparazione) che deve essere proprio da quest'anno redatto nel rispetto dei vincoli del patto, quale amministrazione non si sentirebbe presa in giro dopo un provvedimento del genere? La tentazione è quella di non sentirsi, d'ora in poi, vincolati dalle restrizioni di legge relative al personale. Tentazione subito scacciata, perché ovviamente l'illecito amministrativo sarebbe palese. Certo che, di fronte a colpi di spugna così spudorati, si potrebbe tranquillamente parlare di illecito morale. Si noti infine il tempismo del legislatore (a chiunque sia attribuibile l'idea dell'emendamento). La notizia arriva proprio pochi giorni dopo che il Ministero ha diramato con la consueta circolare le prime istruzioni operative sul patto per il 2007.
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