La fiducia è una cosa seria

Proviamo allora a integrare quella fatidica lista con alcune proposte che avrebbero dovuto essere inserite, almeno come postille, e che invece restano per ora nei desiderata delle amministrazioni locali. L'elenco che segue è rigorosamente in ordine sparso.
1. Libertà di assunzioni agli enti finanziariamente sani. Poiché la maggior parte dei comuni non rientra nei vincoli del patto di stabilità, non si capisce per quale motivo anche questi debbano sottostare a restrizioni sul turn-over che riducono inevitabilmente la qualità dei servizi offerti.
2. Approvazione in tempi rapidi del Codice delle Autonomie, senza però ammannirci negli anni a venire lo stillicidio di modifiche che ha crivellato il corpo del vecchio TUEL, costruendo un testo snello e sufficientemente operativo.
3. Dare agli enti certezza di risorse finanziarie per un arco temporale ragionevole. Non come accade da troppo tempo, con le Amministrazioni costrette a costruire bilanci provvisori in attesa della comunicazione ufficiale dei trasferimenti all'ultimo minuto (a proposito, da oggi sul sito del Ministero dell'interno, sono consultabili tutte le spettanze per il 2007).
4. A proposito di autonomia fiscale, renderla finalmente reale, rifiutando il concetto per il quale, se il patto di stabilità non è rispettato, la prima sanzione è l'incremento forzoso del prelievo tributario, neanche si trattasse di enti dissestati.
5. Razionalizzare le richieste di trasmissione che provengono dagli enti. Oggi, ogni volta che trasmettiamo a un ente pubblico elenchi, schemi e tabelle contenenti dati anche minimamente sovrapponibili, dobbiamo duplicare, triplicare le informazioni perché le amministrazioni riceventi tra loro non comunicano. Se e-government dev'essere, che sia reciproco.
Vi sono certamente questioni anche più urgenti sul tappeto, per le autonomie locali, ma l'impressione è che neppure quelle citate, goccia nel mare, saranno prese in considerazione.
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